Io amo

La foto, dal titolo "L'attesa", è di Cinzia Zerbini (da Flickr)
La foto, dal titolo "L'attesa", è di Cinzia Zerbini (da Flickr)

di Abbattiamo i termosifoni

– Il burro di arachidi e i sofficini (ma mi sforzo di mangiarli solo una volta ogni due o tre anni)
– La leggerezza di spirito
– L’ironia (quella di mio padre in primis)
– L’inverno
– Le scarpe (ma più che amore è quasi dipendenza)
– Molte mie cugine ed entrambi i miei fratelli
– I libri, quelli ben scritti
– Molta tv trash delle emittenti locali scalcinate (mi fa schiattare dal ridere)
– La generosità, mia e altrui
– La mia casa (compreso il marito che c’è dentro)
– I bambini (ma a piccoli gruppi, che altrimenti fanno troppo casino)
– Palermo (nonostante tutto)
– Scrivere mail (piacevole in privato e indispensabile per lavoro)
– L’arte culinaria e quella di addobbare la tavola
– Oscar Wilde
– I due falegnami sotto casa mia (mi divertono moltissimo)
– La grammatica, la sintassi e l’ortografia
– I dialetti e le inflessioni regionali
– Il Natale (perché di rado si riesce a vedere tanti parenti tutti insieme)
– Le isole
– Milioni di altre cose. Che superano di gran lunga quelle che mi danno fastidio.

Anche i repubblichini nel loro piccolo…

tremaglia-repubblicada Repubblica.it

Invidia

big-lobo83

Giuseppe Lo Bocchiaro è uno bravo.

(Per i lettori non siciliani: La Favorita è il presunto parco di Palermo)

Da Rosalio.

Avrebbe mancato il bersaglio

il giornale berlusconi killer

Mi accorgo, con colpevole ritardo, di una chicca sulla prima pagina de “Il Giornale” del 7 giugno che riporta una delle foto di Silvio Berlusconi a villa Certosa pubblicate da “El Pais” con il titolo “E se avesse avuto un fucile?” (con conseguente rappresentazione grafica del mirino). Il fantomatico killer è come minimo un dilettante: mira infatti a una colonna di cemento.

Grazie a Pazzo per Repubblica.

Le domande me le sono inventate io

di Giacomo Cacciatore

Ieri sera c’è stata una piccola “puntata pilota” di regime a Matrix. Alessio Vinci faceva le domande (potrei anche fermarmi qui), Piero Sansonetti “provocava” sulle risposte e Paragone (di “Libero”: il nome non lo ricordo, ma credo che basti il bizzarro cognome) cercava di smontare le “provocazioni” di Sansonetti. Le virgolette non sono casuali. Praticamente il contraddittorio me lo sono inventato io. Nella trasmissione non c’era, e se c’era dormiva.
Lui, come sempre, ne ha dette di tutti i colori. Ammesso che di colori si possa ancora parlare, e non di unica tinta.  Su Raitre, la Dandini intervistava Marina Rei che diceva di ammirare Frida Khalo e la Modotti. Oggi si vota.

L’archivio della felicità

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

di Quarant’Ena

Questa è una storia di fantasia o, se volete, no.

Lei: Teresa, 36enne, bella, professionalmente appagata. Lui: Antonio, 35enne, capace di corteggiare come pochi. Non molto bello, ma tanto buono.
I due si incontrarono per caso, a casa di amici comuni. Seguirono e-mail eleganti dai contenuti abbastanza neutri. Una al giorno, poi due, tre. In breve 100-150 a cui si aggiunse una tempesta di sms.
“Buongiorno, se sei sveglia”.
“’Notte, se riposi”.
Ovunque si trovasse, lei rispondeva subito. E ricopiava tutto, nel suo archivio della felicità.
Dopo circa tre mesi lei gli chiese, con determinazione mista a una malcelata vergogna: “Che fa, ci prendiamo un caffè insieme?”
Lui: “Sì, ok”.
Si videro in un bar del centro. Se fu amore non è dato saperlo. So solo che la mia amica Teresa, dopo quel giorno lo incontrò 15 volte. Pranzi fugaci, mai una cena, molti caffè, qualche tè. Solo una volta copularono. Poi niente più, tornarono alla scrittura dei sentimenti.
Lui la rassicurava: “Vederci non è determinante. In questo modo ci tocchiamo l’anima”. Oppure: “Scriverti mi permette di sfiorarti l’anima”.  O ancora: “Le nostre parole ci permettono di adagiarci sull’anima”.
Ogni tanto a Teresa scappava un messaggio del tipo: “Andiamo al cinema?”. Ma lui aveva sempre qualche impegno.
Un giorno, dopo un anno, lei s’impose: “O andiamo al cinema oppure è finita”.
Lui non rispose.
“Sarà occupato”, pensò lei. Aspettò.
“Perché non mi rispondi?”, gli scrisse dopo due giorni di attesa, nonostante il dolore acuto nel pollice destro (un anno di sms pregiudica fortemente la funzionalità delle falangi).
Non ottenendo risposta, glielo chiese più volte finché non si decise a fare un gesto inconsulto: gli telefonò.
Una voce di donna la investì subito: “Puttana! Sei una puttana. Lascia in pace mio marito”.
Lei impiegò pochi minuti per prendere la sua decisione. Raccolse tutto il materiale. Con pazienza, tanta pazienza, cancellò dalla posta il suo nome  e lasciò visibile il numero di telefono di Antonio. Aprì l’archivio della felicità e stampò le circa 6.000 mail e i 10.000 sms raccolti in un anno. Eliminò il proprio nome, ma lasciò quello di Antonio. Corse in tipografia e commissionò un migliaio di copie, non tutte rilegate per via degli alti costi.
La distribuzione del volumetto è ancora in corso nel raggio di un chilometro da casa della coppia felice: dal parrucchiere, dal salumiere, dal meccanico, dal giornalaio… Nulla è lasciato al caso, persino i pazienti del vicino ospedale leggono da qualche giorno le poesie, le frasi, le parole che lui le scriveva.
Bisogna stare attenti a maciullarla, l’anima. Perché quando si risveglia dal coma s’incazza moltissimo.

Il ritardatario

Il ritardatario

Da Cinzia Zerbini.

News fai-da-te

Riservato a chi vuole fare uno scherzo ad amici e conoscenti con una notizia totalmente inventata: Fake News Generator.
Io ho fatto un esperimento soft, ma temo che qualcuno di voi saprà fare di peggio.

Assessori azzerati

dimissioni

da Cinzia Zerbini

Io odio

di Abbattiamo i termosifoni

Ci sono banalità quotidiane che mi danno un gran fastidio.
Ecco alcune cose che detesto:
– chi mi parla ad alta voce la mattina appena mi sveglio;
– la puzza di pesce crudo in cucina e sulle mani;
– Berlusconi che fa il figo e Maria De Filippi che fa la dura e pura;
– gli uomini e/o le donne che tradiscono ripetutamente e senza un vero perché (denunciando, così, grave insicurezza);
– chi non cura l’igiene neanche il minimo sindacale;
– stare nel traffico, perché mi fa infuriare come poco altro al mondo;
– chi mi costringe a parlare al telefono per ore;
– chi è ignorante e se ne bea;
– il caldo (sopra ogni cosa) nella versione umida e pure in quella secca.
E voi?