Io amo

La foto, dal titolo "L'attesa", è di Cinzia Zerbini (da Flickr)
La foto, dal titolo "L'attesa", è di Cinzia Zerbini (da Flickr)

di Abbattiamo i termosifoni

– Il burro di arachidi e i sofficini (ma mi sforzo di mangiarli solo una volta ogni due o tre anni)
– La leggerezza di spirito
– L’ironia (quella di mio padre in primis)
– L’inverno
– Le scarpe (ma più che amore è quasi dipendenza)
– Molte mie cugine ed entrambi i miei fratelli
– I libri, quelli ben scritti
– Molta tv trash delle emittenti locali scalcinate (mi fa schiattare dal ridere)
– La generosità, mia e altrui
– La mia casa (compreso il marito che c’è dentro)
– I bambini (ma a piccoli gruppi, che altrimenti fanno troppo casino)
– Palermo (nonostante tutto)
– Scrivere mail (piacevole in privato e indispensabile per lavoro)
– L’arte culinaria e quella di addobbare la tavola
– Oscar Wilde
– I due falegnami sotto casa mia (mi divertono moltissimo)
– La grammatica, la sintassi e l’ortografia
– I dialetti e le inflessioni regionali
– Il Natale (perché di rado si riesce a vedere tanti parenti tutti insieme)
– Le isole
– Milioni di altre cose. Che superano di gran lunga quelle che mi danno fastidio.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

81 commenti su “Io amo”

  1. @cacciatorino, non è tutto da buttar via. Ho fatto una breve ricerca. Vanno ricordate cose come: il crollo del muro di berlino,
    la comparsa del primo computer (vic 20 e comodore 64),
    la mitica macchina fotografica polaroid,
    il dolce forno
    harbert,
    la girella motta,
    i pennarelli carioca e i pastelli giotto,
    il super santos (già qui discusso)
    i trasferelli,
    le crystal balls,
    Giovanni Paolo II,
    M.GORbaciov. E molte altre cose ancora!
    La musica merita un capitolo a parte…

  2. Gli anni settanta li ho apprezzati tempo dopo.Di allora ho ricordi confusi, olimpiadi in bianco e nero e a colori, Febo Conti,Il Braccobaldo Bau Show, sceneggiati TV, e poi il giorno che rapirono Aldo Moro.
    Andavo in terza media, e quel giorno non si entrò a scuola….

  3. e blade runner dove lo mettiamooo…ma soprattutto Ritorno al futuro! e indiana jones e terminator
    e poi E.T e il mitico Lupin!

  4. Certo, gli anni settanta pero’…
    Gli Eagles, i Super Tramp, i Doobie Brothers…
    E provaci ancora Sam, Amici Miei, La febbre del sabato sera, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Il cacciatore, Arancia Meccanica, Il mitico
    Febbre da cavallo, Lo Squalo!!!
    E poi… Happy Days , unico telefilm che ho seguito instancabilmente
    E La tigre di mompracem…

  5. @Silvia: Il dolce forno l’ho desiderato per tutta la mia infanzia. Mia madre, pessima cuoca, forse non gradiva che io mi appassionassi all’arte culinaria. Obiettivo raggiunto con successo, direi.
    In compenso, però, confezionavamo insieme tanti abitini per la Barbie.

  6. I miei anni ottanta:
    Maggio 1983, comincio la collaborazione con I Siciliani di Pippo Fava
    Aprile 1984, comincio con L’Ora
    Lugio 1985, Linus
    Febbraio 1986, Tango
    Giugno 1987, L’Unità
    Febbraio 1989, Cuore.
    Amo gli anni ottanta.

  7. Io avevo una graziella pieghevole che però aveva un altro nome: mi pare Divina. Con graziella mi capitò spesso si sentire nomi simili associati con finali assai prosaici: grazia graziella e grazie al.

  8. Nel 1976 Bufalo Bill di Francesco De Gregori che cantava “avevo pochi anni e vent’anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi più”. Io nel luglio del 1976 avevo pochi anni.

  9. Spagna ’82.
    Italia – Germania 3 a 1
    Rossi, Tardelli, Altobelli.
    Pertini.
    Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo…

  10. Invidio gli anni ’80 di Gianni Allegra…Complimenti. L’Ora, su cui poi farò la tesi di laurea, e I Siciliani di Fava, mi sembrano già due ottimi motivi…

  11. …Ho già fatto la tesi di laurea su L’Ora…mi ero mentalmente catapultata negli anni ’80 mentre scrivevo…e pensavo alla mia giovinezza, tenera e sognatrice come la Candy Candy di cui sopra.

  12. Già.. l’università, i sogni, le speranze, il voler cambiare il mondo, il sole che non macchia la pelle, il primo bagno a marzo, nessun telefonino…

  13. A pensarci, però, meglio ora: protezione totale telefonini, bagno ad agosto. Con le stesse speranze.

  14. Alla fine degli anni ottanta a Palermo tutto sembrava possibile. Eravamo all’alba della primavera palermitana. C’era una creatività anarchica e ciascuno intendeva la politica come qualcosa che ci avrebbe tirato fuori dalle secche, o dalla palude, della mafia e della sua politica, che aveva saccheggiato anche la nostra anima. All’inizio degli anni novanta cominciò a montare la rivoluzione e a metà dei novanta sembrava che un nuovo rinascimento attraversava leggero Palermo e i palermitani. Ma presto la decadenza e l’egoismo di ciascuno (cagionati forse da deprivazione antica, quasi atavica) ci fecero ripiombare in una preistoria che sembra non finire più. Abbiamo grandi responsabilità. Mi riferisco a tutti colorio he avrebbero potuto e dovuto impedire il ritorno dei borboni. Ma che sotto sotto erano molto più borboni dei borboni medesimi.

  15. Gli anni sessanta e i folli anni delle radio pirata (a Londra) sono raccontati benissimo e con rara leggerezza in un film appena uscito: “I love radio rock”.

  16. Vabbe’, ci metto anche i primissimi anni ’80. Ma primissimissimi.
    Da Drive-in e Biscione in poi, è stata tutta una discesa. Tra paninari e dark io ripiegai sul tash. Che era una specie di paninaro-dark con abbigliamento del mercatino che ascoltava i cure e i cult e leggeva Baudelaire. La metà degli anni ’80 per me ha coinciso con un’adolescenza confusa, travagliata, asociale. I registi che avevano dato il meglio di sé nei settanta presero a sfornare dei pacchi. Non mi riconoscevo nella realtà che mi circondava. Mi aggrappavo a miti che mi avevano sfiorato nell’infanzia o echeggiavano un’epoca che non avevo vissuto. Contestavo quando non c’era nessuno che volesse saperne di contestazioni. Non mi piacevano nemmeno i contestatori (fine anni ’80, credo: la “pantera” che vissi io fu uno dei più grandi pacchi della storia della paccotiglia giovanile finto impegnata, passò su di me come un venticello borioso). Non mi piaceva la discoteca, non mi piaceva l’esibizione del lusso pacchiano, non mi piaceva la piega “spottistica” e stucchevole che aveva preso il cinema. Non mi piaceva la sangria fatta col porto palo nella bagnarola del montevergini. Non mi piaceva la new wave. Insomma, ero una palla. Però cominciai ad ascoltare Pink Floyd fino ai limiti dell’autismo. Mi piaceva ascoltare a Piazza Politeama i racconti degli ultimi tossici che stavano per lasciare mestamente la terra con gli spicci della colletta stretti in pugno. Fu allora che iniziai anche a drogarmi, girare con una mezzaluna da cuoco sotto lo spolverino e a uccidere (no, scherzo). Sempre stato contro le droghe pesanti. E ormai, anche contro quelle leggere, causa intolleranza.

  17. @Gianni: ero un riflusso vivente. Ed ero davvero molto, molto giovane. Però l’Ora me lo ricordo bene e mi piaceva.

  18. La sangria mi faceva schifo da prima che capissi che faceva schifo sul serio. Diciamo che quel senso di nausea che accompagnava la bevu-mangiata era propedeutica alla passione per il vino vero. Rosso e ben imbottigliato. Passai prima da certe bevute con carissimi amici (anni settanta) di vino “sincero” di casa che a solo pensarci vomito di nuovo. Ma prima che si scatenasse l’amore incondizionato per il nettare degli dei, mi invaghii del bianco senza capirci un emerito. Però ben freddo o gelato rinfrescava il gargarozzo e mi faceva sentire un grande intenditore: mai che sapessi in quel periodo cosa diavolo tracananvo. Il vitigno per me era un giocatore brasiliano brillo, tipo. Solo nei duemila l’epifania del cabernet, del nero d’avola (Dio lo benedica), del syrah e di tutti quei vitigni che ci avvicinano al Cielo. La pantera vissuta male da Giacomo per me fu il settantasette, quello degli indiani metropolitani: a Palermo, praticamente, ventunenne, ero il solo Custer in circolazione. Ma io rimasi vivo e sempre di sinistra, di una sinistra vagamente pragmatica (molto vagamente) e che speravo costruttiva. I miei amici sioux sono finiti tutti dentro udc forza italia e destra di ogni sorta. Sono il l’ultimo dei mohiacani. Altro che.

  19. Correggo: Non “sono il l’ultimo” ma “sono IO l’ultimo eccetera”.

  20. Sempre nell’82, la mia prima “10 ore di minibasket”. Nacque un amore che durò 15 anni. Non esisteva altro: due allenamenti al giorno, preparazione atletica che manco i marines… Un’invasata. Ma quante soddisfazioni!
    Poi arrivarono le discoteche, ma io stavo dall’altra parte: spillavo birre alla spina e un sacco di mance.
    E alla radio si ascoltava musica proposta da… Gery Palazzotto.

  21. E perchè mai, caro Gery-Palazzotto-deejay? Dovresti andarne fiero, piuttosto… guarda dove ti ha portato?

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