Tenchiù, scecc’iou budei

Ieri sera c’era un trio a Terrasini che cantava tutte le canzoni così. L’effetto è stato talmente ipnotico che non mi ricordo più nemmeno un titolo originale.

Elvis è vivo. Anzi no

La causa della morte fu “costipazione cronica”.

In realtà non è mai morto.

Era di origine aliena.

Fu tra i responsabili dell’omicidio di John Fitzgerald Kennedy.

Alla fine pesava quasi 160 chili ma tutti lo ricordano come un sex symbol.

Ci sono molti modi per evocare la leggenda (e le leggende) di Elvis Presley, di cui ricorre oggi il 35 anniversario della morte. Il più semplice e inequivoco è, secondo me, questo:

Allergie

E’ come un’allergia. Quindi non c’è colpa. Se per caso incappo in un qualsiasi brano di Gianna Nannini o di Carmen Consoli mi prende un senso di fastidio. E’ così da sempre, o almeno da quando ho imparato a usare le orecchie.

Quand’ero un giovane chitarrista

Da giovane ero un chitarrista rock di quelli scatenati. Nel 1981, con un gruppo chiamato Focke Wulf, pubblicai un 45 giri. Era un disco di suoni ruvidi, al limite dell’ascoltabile. La formazione era quella classica, basso, chitarra, tastiere e batteria: Maurizio Orlando (che si dava il cambio con Giovanni Caminita), io, Walter Catania e Marcello Sacco. Pazzi da catene.
Di quel disco ho perso le tracce per colpa del tempo, della distrazione e di qualche trasloco di troppo. Giorni fa ho ricevuto una e-mail dall’Inghilterra da Guido Ratti, titolare di un piccolo negozio di dischi, che iniziava così: “Ti scrivo da Londra dove abito e lavoro da circa 20 anni. Quando Berlusconi è andato al governo decisi di cambiare aria”.
Ratti mi informava che in una fiera di Utrecht aveva trovato il 45 giri dei Focke Wulf e che, facendo una rapida ricerca sul web, era arrivato a sino a me per chiedere notizie di quel reperto (non ho neanche una copia conservata). Ho dovuto ravanare nei ricordi per soddisfare la sua curiosità di appassionato, mascherando l’invidia nei confronti di una persona che vive di musica, tra la musica. Lui mi ha ricompensato col migliore regalo che potesse farmi: una foto con lui e il disco dei Focke Wulf.  Mi sono quasi commosso.

Grande Fossati

Non sono mai stato un appassionato di musica italiana, però l’addio al palco di Ivano Fossati priverà il nostro Paese di un cantautore unico nel suo genere. Fossati – in queste ore sul web se ne scrive come se fosse morto e c’è sempre da toccare ferro in questi casi – è un artista politico e allegorico, un poeta e un manovale delle note, un tipo snob e al tempo stesso popolare.
La sua grandezza si misura a piccoli passi: lui non è mai stato incline ai colpi di testa e agli effetti speciali.
Io non finirò mai di ringraziarlo per avermi accompagnato in chilometri e chilometri di corsa con canzoni come queste. Nella mia playlist, tra rock, blues, fusion e musica unz unz, c’è sempre stato uno spazio dedicato alle sue atmosfere rarefatte. Per distrarsi dalla fatica, per non pensare alle gambe che bruciano, per meglio godere delle endorfine. Grande Fossati.

Un messaggio dal passato

Non mi manca per niente il vinile. Sono un nostalgico di quelli moderati, cioè mi limito ad ascoltare di tanto in tanto un po’ di vecchiume ma nulla di più: non ci sono ellepi sugli scaffali di casa mia né poster degli Emerson Lake and Palmer alle pareti dello studio.
Però ieri mi è capitato di ascoltare Harvest di Neil Young ed è accaduto quel che mai era accaduto. Sulle note di Out on the weekend mi è mancato un certo fruscio, quel suono di fritto che ha accompagnato l’infanzia mia e di molti miei coetanei. Non mi era successo con Eric Clapton, con i Pink Floyd, con i Deep Purple o con altri dinosauri a 33 giri. Con Harvest di Neil Young sì.
Che sia un messaggio dal passato?
Quasi quasi riabilito, oltre al giradischi, il videoregistratore, il registratore a cassette e il lettore stereo 8.
Così, tanto per non trovarmi impreparato.

Il mio errore sugli anni Ottanta

Mi è capitato più volte di polemizzare, qui e altrove, sul valore della musica degli anni Ottanta, di cui evidentemente non sono un estimatore.
Ieri mattina però mi sono reso conto di aver fatto un passo falso, un grande passo falso. Perché il mio iPod mi ha regalato New Frontier di Donald Fagen, e The Nightfly, l’album dal quale la canzone è tratta, è del 1982. Sto parlando del primo lavoro da solista di Fagen, mente degli Steely Dan (quello che inventò un accordo, il Mu maggiore): il primo album interamente registrato in digitale. Sto parlando soprattutto di un capolavoro, che ho assaporato in questi trent’anni senza mai avere segnali di sazietà.
Tra tutte le otto tracce di The Nightfly non ce n’è una sola che non sia eccezionale.
Ecco questo volevo dirvi. Che chiedo scusa ufficialmente ai cultori della musica degli anni Ottanta. L’opera di Donal Fagen riscatta un decennio in cui ci potete infilare qualunque cosa, bella, brutta, solida, liquida, trash, raffinata, duraniana, di new wave, da cantare o da masticare. Il mio errore è stato quello di considerare quest’album fuori dal tempo.
Invece è del 1982.
Viva gli anni Ottanta.

Se la musica è questione di antipatia

Un’ultima cosa su Sanremo e poi basta, lo giuro. Analizzando i voti, salta all’occhio come la Sanremo Festival Orchestra abbia stroncato il duo Dalla-Carone relegandolo all’ultimo posto, e abbia invece premiato la coppia Bertè-D’Alessio con una perentoria seconda posizione.
Qualunque telespettatore di buona volontà non può che insospettirsi dinanzi a giudizi così strampalati (la canzone di Dalla, orchestralmente parlando, era una delle migliori). Che abbia pesato quell’elemento poco musicale, piccino eppure tagliente, come l’antipatia personale?

Grazie alla Contessa.

Musica per correre

Un nuovo carico di musica per i runner. In questi giorni di freddo ho sperimentato la seguente playlist:

Nutbush City Limits – Tina Turner (senza Ike)
Lifted – Lighthouse Family
Do You Feel Like We Do – Peter Frampton
Cinnamon Girl – Prince
19 – Paul Hardcastle
I Can’t Dance – Phil Collins & Genesis
Slave To The Rythm – Grace Jones
Keep On Running – Robben Ford
Do It Again – Steely Dan
I Can’t Go For That (No Can Do) – Hall & Oates
I’m Only Human – Human League
Running In The Family – Level 42
Do I Do – Stevie Wonder
Something Got Me Started – Simply Red
The Logical Song – Supertramp

Qui altri suggerimenti.