Non mi manca per niente il vinile. Sono un nostalgico di quelli moderati, cioè mi limito ad ascoltare di tanto in tanto un po’ di vecchiume ma nulla di più: non ci sono ellepi sugli scaffali di casa mia né poster degli Emerson Lake and Palmer alle pareti dello studio.
Però ieri mi è capitato di ascoltare Harvest di Neil Young ed è accaduto quel che mai era accaduto. Sulle note di Out on the weekend mi è mancato un certo fruscio, quel suono di fritto che ha accompagnato l’infanzia mia e di molti miei coetanei. Non mi era successo con Eric Clapton, con i Pink Floyd, con i Deep Purple o con altri dinosauri a 33 giri. Con Harvest di Neil Young sì.
Che sia un messaggio dal passato?
Quasi quasi riabilito, oltre al giradischi, il videoregistratore, il registratore a cassette e il lettore stereo 8.
Così, tanto per non trovarmi impreparato.

Di Gery Palazzotto

Uno che scrive. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti a “Un messaggio dal passato”
  1. Ne ricevo in continuazione di questi messaggi. Piu’ mi inoltro nel 2.0 piu’ sento fruscii analogici ovunque. Ad esempio il concerto che ho visto giovedi scorso a Catania. Tale James Taylor…. Niente EFX ne’ pericolose cattedrali di ferro. Ma sapore vero. Tipo lattuga del mio orto

  2. E io che, a causa di un traslocone in vista (di ritorno in sicilia dopo anni vissuti nel profondo nord), ho dovuto portare in discarica registratore a cassette, videoregistratore, stampante, tastiere, decoder satellitare analogico, decoder satellitare digitale… Il digitale ci travolge e l’analogico non lo vuole più nessuno, nemmeno a regalarlo.

    P.s.: gli LP però non li darò via mai e poi mai!

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