La sue canzoni più note sono Baby I love your way e Show me the way, tratte dall’album dei record, Frampton comes alive! che a tutt’oggi è il disco live più venduto di tutti i tempi.
Di Peter Frampton quelli della mia generazione ricordano due cose: la talking guitar e la forza del suo fascino sul pubblico femminile.
Ma chi ha avuto la fortuna di vivere da protagonista l’esperienza delle radio private dei fine ’70 primo ’80 ha impressa in mente anche un’altra canzone del musicista britannico, Do you feel like we do. Durata: quasi 14 minuti. Era la canzone che si mandava in onda quando si doveva rispondere al telefono, si doveva andare in bagno, insomma quando c’era necessità di allontanarsi per un po’ dal microfono.
Io, che ho condotto sempre programmi che andavano in onda a ora di pranzo, non so quanti panini avrò divorato con questo sottofondo.
Però, a dire il vero, Do you feel like we do non era l’unica canzone che serviva per prendere fiato. Ne ricordo un’altra, Float on dei Floaters, 11 minuti e passa. La usai una volta, era il periodo di Natale e mi avevano portato un regalo che volevo scartare con calma.
Arrivò il padrone della radio imbufalito. “Vuoi fare scappare gli ascoltatori?” urlò. Effettivamente era una canzone talmente soporifera che si sbadigliava già guardando la copertina…

Di Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

1 commento su “Questioni (di radio) private”
  1. Condussi circa 40 ani or sono un piccolo programma culturale musicale presso una emittente
    privata: che emozioe: la ricordo ancora.
    una bella, pulita, innocente esperieza.
    Un’Italia ancora limpida, allora

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