Il governo degli ignoranti

Tra pernacchie, parolacce e diti medi alzati, il ministro Bossi invoca la rivoluzione in difesa delle pensioni.
Quando assisto a certe performances del lumbard penso che un bell’esperimento sarebbe quello di costringerlo a rispondere a domande tipo: cos’è il Pil? Qual è il participio passato di risparmiare? Cosa significa la sigla Cgil? Il Grande Fratello esisteva prima della Endemol?
Roba da cultura generale, insomma, tanto per osservare la tridimensionalità del personaggio. Perché, gira e rigira, il problema è sempre quello: l’ignoranza.
Cosa volete che possa mai inventare per il bene del Paese uno che non sa nulla di nulla? Continua a leggere Il governo degli ignoranti

Manca solo la rivoluzione

Se le farse pubbliche bastassero a innescare le rivoluzioni, in Italia avremmo risolto ogni problema. Persino la crisi di governo, un argomento serio e delicato, rientra nel copione recitato dai quattro attorucoli che ci governano. Berlusconi, con un messaggio indirizzato ai suoi usa toni melodrammatici, Bossi fa finta di accendere una miccia umida, Alfano getta acqua sul fuoco mai acceso. Avanspettacolo, insomma. Continua a leggere Manca solo la rivoluzione

Parlate al manovratore

Suggerimenti per la manovra finanziaria.

Sovrattassa sui tacchi a spillo usurati. Si paga a consumo. Conseguente aumento dell’iva su stuoie e tappeti.

Condono tombale sulle minchiate sparate nell’esercizio delle proprie funzioni.

Una tantum per i sollevatori di cocktail professionisti. Si paga a seconda della lunghezza del bicchiere. Divieto di rottamazione per i flute.

Imposta sulla coerenza. Ma l’Europa è pronta a bocciarla perché il gettito previsto è irrisorio.

Carcere a vita per i magistrati che non allegano alla dichiarazione dei redditi la tessera del Pdl. Con conseguente equiparazione dell’evasione fiscale all’evasione e basta.

Sgravi fiscali per le escort: basterà una semplice dichiarazione di parentela con un capo di Stato straniero. E per venire incontro alle necessità dei meno abbienti, la semplice amante sarà detraibile.

Le tasche degli italiani

Torna in auge la possibilità di rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi. C’è un precedente illustre, quando nel 2008 il ministro Fisco Visco provò a metterle online. L’iniziativa durò quanto da Natale a Santo Stefano, anzi molto meno: poche ore. Poi furono ritirate tra le urla di Grillo e i balbettii del garante della privacy. Continua a leggere Le tasche degli italiani

Il domatore nella gabbia vuota

Quand’ero piccolo avevo un compagno di giochi codardo che era soprannominato “il domatore nella gabbia vuota”. Ogni qualvolta c’era da affrontare uno scontro, non necessariamente fisico, con altre bande di ragazzini o bisognava far valere una ragione lui si nascondeva dietro l’ultimo di noi e stava zitto e fermo fino a quando le acque non si calmavano. Poi, appena era certo che l’avversario si era allontanato o comunque era stato neutralizzato, veniva fuori con una scenata della serie “tenetemi, altrimenti faccio una strage”. Ovviamente nessuno se lo filava. Allora lui fingeva di fare quattro passi per sbollire, mentre invece prendeva la via di casa e non lo rivedevamo sino al giorno dopo. Continua a leggere Il domatore nella gabbia vuota

Berlusconi e il rigore mancato

Ora sono tutti lì a inveire contro di lui perché non solo non ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse, ma anzi è stato costretto ad aumentarle. Come se ci volesse una crisi mondiale per svelare le zampe d’argilla del nano-titano della politica moderna.
Oggi Berlusconi, dopo decenni di imbrogli, profanazioni del buon gusto, inquinamento della morale, corruzione dei costumi, rischia seriamente di perdere la leadership di un Paese senza leadership per l’unica causa di cui non ha colpa: l’agguato degli speculatori internazionali.
Eppure si capiva già dal 1994 che per ridurre la pressione fiscale non servono le comparsate nel salotto televisivo di Vespa e i faccioni turgidi di cerone sui manifesti.
Per sanare l’economia, sia quella domestica che quella nazionale, occorre solo una cosa: rigore. Non lo insegnano all’università, basta vivere in un mondo che non sia popolato solo da yesman e donne a pagamento.
Rigore, quindi. Continua a leggere Berlusconi e il rigore mancato

Economia reale e scene surreali

E’ chiaro a tutti che la manovra economica di questo governo disgraziato è disperata. La speculazione che sta colpendo l’Italia è direttamente collegata allo stato di incertezza che si respira nella sala macchine di Palazzo Chigi. Se Berlusconi e Tremonti si mandano a quel paese – dobbiamo farcene una ragione – qualcosa cambia nelle nostre tasche. Perché ne risentono i mercati, le borse. Lo so che è difficile da digerire: vedere appese le nostre vite al filo di comunicazione tra quei due tipi là, è un segno di inutilità. L’economia reale vive di scene surreali.

Matrimoni

Trentamila unioni in meno nel 2009-2010. Eppure il matrimonio, nel suo atto, ha tre caratteristiche affascinanti: la purezza, la libertà, la solennità. Così la Treccani:

È un negozio puro, in quanto la dichiarazione degli sposi non può essere sottoposta né a termine né a condizione, che, anche laddove fossero introdotti, si avrebbero per non apposti (art. 108 c.c.); è libero, poiché nessuno può essere giuridicamente vincolato a sposarsi (un’eventuale promessa di m. non obbliga a contrarlo né ad eseguire ciò che si fosse convenuto per il caso di non adempimento: art. 79 c.c.); è solenne, in quanto si svolge secondo determinate formalità.

Confesso un pizzico di orgoglio nell’ostentare, una volta tanto, una felice posizione controcorrente rispetto al trend nazionale.

Scontri di potere

Sugli scontri di Roma, come sui voti del Parlamento, occorrerà fare la tara. Ancora una volta la cronaca ci propone un’occasione per diventare storia, anche se i postumi del G8 di Genova non sono ancora stati smaltiti.
Quanto vale un deputato che cambia idea? Quanto pesa una manganellata in più in un corteo di studenti? Cosa fanno, chi sono e chi foraggia i black block quando non devastano vetrine?
Credo che anche per i comportamenti più irresponsabili ci sia una responsabilità istituzionale. Prima c’erano i servizi segreti deviati, oggi c’è una deviazione di vertice che si cimenta in opere di distrazione di massa.
Dicono che Berlusconi sia ossessionato dal legittimo impedimento, da quella norma cioè che lo salva da ogni processo fin quando resta in carica. E ciò spiegherebbe il suo patologico  attaccamento alla poltrona. Se resterà lì sarà salvo, altrimenti dovranno essere celebrati i processi.
In quest’ottica tutto assume un significato diverso. Si capisce quanto vale un deputato che ha l’idea “giusta”,  quanto pesa la manganellata che innesca la furia sbagliata, si intuisce come vengono riesumati quei pendagli da forca che si mescolano con gli studenti e che danno cibo alle mandibole affamate di Emilio Fede.
Se solo ci fosse un’alternativa potremmo dire di essere in vista della fine.

Che la notte porti consiglio

Appello di Berlusconi a Futuro e Libertà: “Che la notte vi porti consiglio”. Ora, che un capo del governo un tempo spocchioso e sicuro di sconfiggere personalmente una malattia come il cancro (il che vale infinitamente di più sul piano delle panzane rispetto al milione di posti di lavoro e al ponte sullo Stretto) sia ridotto ad affidarsi alla buona sorte e ai felici sogni degli ex alleati, la dice lunga sul suo stato di salute (mentale).
Siamo alle preghiere, ai fioretti, ai bigliettini sotto il cuscino.
Se non fate i bravi a Natale niente regali, e il 6 gennaio solo carbone dalla Befana.
Non mi faccio illusioni: oggi potrebbe essere una giornata importante per il futuro di questo paese, però prudenza impone di coltivare la sana diffidenza sin quando il nemico è fuori di casa e la porta è ben chiusa.
Io per scaramanzia ho dato due giri di chiave. Se citofonate e volete che vi apra vi serve la parola d’ordine. Vi sentirete chiedere: con cosa fa rima Capezzone? Ecco, la risposta è la parola d’ordine.