Un vaffanculo ci seppellirà

Beppe Grillo a Genova

Alluvione di Genova. Grillo va tra gli spalatori di fango e lo contestano perché ci va. Se non ci fosse andato lo avrebbero contestato perché non c’era. In ogni caso un politico, oggi, è contestabile qualunque cosa faccia e questo la dice lunga sul muro di qualunquismo che, come una grottesca barriera di autodifesa, circonda ogni capannello, ogni manipolo di lavoranti, ogni adunata organizzata di cittadini disorganizzati, ogni pulpito sociale, ogni punto di raccolta di menti attive. La contestazione fanculista, che è il cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, è in realtà l’arma brandita da qualsiasi non-politico insoddisfatto della politica che si è rifiutato di fare (e che quindi ha subito). Non esistono più le argomentazioni, i pallosissimi distinguo, le mozioni d’ordine, no. Esiste un vaffanculo generalizzato che non sente ragioni e che probabilmente non ne porterà una, una sola sulla soglia di un dialogo che sia (anche lontanamente) costruttivo.
Dopodiché alla democrazia malata non resterà che sperare nell’eutanasia.

Genova, si salvi chi può

Non mi sarei mai aspettato di leggere un titolo come quello che vedete sopra, che è l’equivalente di “si salvi chi può”. L’alluvione di Genova era stata, come tutte le altre, abbondantemente annunciata. Eppure la città è devastata e si contano le vittime.
Oltre al dolore c’è un senso di sbalordimento, di incredulità, nell’assistere a certe scene.
Ci sarà pure qualcosa che non funziona nella macchina della protezione civile, negli ingranaggi comunali, nella catena di decisioni che devono dare risultati, se una grande città del nord è devastata da un evento atmosferico previsto con una settimana d’anticipo.
Insomma se non riusciamo più a far fronte alle difficoltà che ci vengono telefonate con preavviso, di cui conosciamo tutto con giorni e giorni d’anticipo, dove pretendiamo di andare?

 

Scontri di potere

Sugli scontri di Roma, come sui voti del Parlamento, occorrerà fare la tara. Ancora una volta la cronaca ci propone un’occasione per diventare storia, anche se i postumi del G8 di Genova non sono ancora stati smaltiti.
Quanto vale un deputato che cambia idea? Quanto pesa una manganellata in più in un corteo di studenti? Cosa fanno, chi sono e chi foraggia i black block quando non devastano vetrine?
Credo che anche per i comportamenti più irresponsabili ci sia una responsabilità istituzionale. Prima c’erano i servizi segreti deviati, oggi c’è una deviazione di vertice che si cimenta in opere di distrazione di massa.
Dicono che Berlusconi sia ossessionato dal legittimo impedimento, da quella norma cioè che lo salva da ogni processo fin quando resta in carica. E ciò spiegherebbe il suo patologico  attaccamento alla poltrona. Se resterà lì sarà salvo, altrimenti dovranno essere celebrati i processi.
In quest’ottica tutto assume un significato diverso. Si capisce quanto vale un deputato che ha l’idea “giusta”,  quanto pesa la manganellata che innesca la furia sbagliata, si intuisce come vengono riesumati quei pendagli da forca che si mescolano con gli studenti e che danno cibo alle mandibole affamate di Emilio Fede.
Se solo ci fosse un’alternativa potremmo dire di essere in vista della fine.