Impazienza

Un pensiero antico mi ha preso oggi seguendo la diretta della direzione del Pd. E quel pensiero era in realtà una frase di protesta che, tanti anni fa, si alzava tra il pubblico delle sale in cui si proiettavano film a luci rosse quando i dialoghi tra gli attori erano troppo lunghi.
“Smettetela di parlare e agite!”.

Chi cerca il pelo nel Grillo

C’è una gara – nel web, nei giornali, nei tinelli – a chi gode di più nel tentare di cogliere in fallo i parlamentari del Movimento 5 stelle o Beppe Grillo. E’ – lo scrivevo ieri in un tweet – una moda tipicamente italiana quella di puntare alla decostruzione di qualcosa che si è appena, democraticamente, costruito. Non intendo tirare la volata a quelli del M5S (tra l’altro ne ho scritto anche criticamente talvolta qui e sulla carta stampata) però mi piacerebbe vivere in un Paese in cui, dopo le elezioni, ci si concentra tutti sul risultato e sui frutti che quel risultato può dare. Il che non intaccherebbe lo spirito critico, ma almeno darebbe l’impressione di essere popolo, comunità, nazione, e non una gigantesca macchina a gettoni che si tira fuori a ogni consultazione elettorale.
Mi piacerebbe che un giorno qualcuno, di qualsiasi partito, coniasse uno slogan di questo tenore: noi lavoriamo per voi, voi abbiate la pazienza di restare uniti.

Band of bandits


Da appassionato di musica mi sono chiesto: se, con la massima libertà, dovessi paragonare una formazione politica a una band, come mi comporterei? Ci ho dormito su un paio di notti e poi dal taccuino accanto al comodino sono venuti fuori questi accoppiamenti.
Giudicate voi.

PdlDuran Duran: in fondo c’è un brano per ogni stagione.
Pd Simon & Garfunkel: si sta sempre un passo indietro rispetto all’entusiasmo.
Movimento 5 stelleMuse: la tecnologia aiuta, eccome.
Lega NordStatus Quo: l’ignoranza purtroppo non è un freno.
Udc Gipsy King: ne esistono in giro una decina di versioni ufficiali.
Fli Lynyrd Skynyrd: la fortuna sta nella loro disgrazia.
Agenda Monti per l’ItaliaSteve Miller Band: il solista si è fatto banda, e non è finita…
Rivoluzione Civile Art of Noise: poca musica, molto noise.
Italia dei valori Steely Dan: uno solo suonava, gli altri a scrocco.

Un losco figuro

Berlusconi torna per l’ennesima volta con le sue promesse. Laddove non bastasse il buon senso per evitare di dar conto a questo losco figuro, mi permetto di segnalarvi due video, datati ma sempre istruttivi (ne abbiamo parlato abbondantemente su questo blog, anni fa).
Il primo è ormai mitico.

Il secondo, molto più modesto, è un prodotto artigianale di casa Palazzotto.

Libertà (vigilata)

Da qualche giorno a Palermo si vedono manifesti come questi. Li hanno commissionati due palermitani che hanno anche comprato una pagina a pagamento su Libero.
Il concetto di libertà avulso da quello di onestà è molto difficile da mandar giù, anche con le migliori intenzioni.
Se io sono libero posso essere infatti libero di delinquere, di sopraffare, di aggredire le altrui speranze. Se invece io sono libero e onesto non ho bisogno che ci sia qualcuno che lo ricordi al mondo in mia vece. Sono io il manifesto ambulante della mia rettitudine. E’ sempre andata così: se non sono bandiere o lenzuoli, i simboli appesi per mano altrui sono banali consigli per gli acquisti. A meno che non abbiano un cappio al collo, e allora – come ci insegna la storia – diventano altro.

Le lezioni americane

Una buona notizia. Il centrosinistra sembra aver finalmente capito che le primarie non sono uno strumento di faida, ma un’occasione di crescita, di ostentazione di democrazia se vogliamo.
La mano tesa di Bersani a Renzi in risposta all’apertura di quest’ultimo dopo la sconfitta, è un raggio di sole nel buio della politica italiana. Gli ingranaggi dei partiti hanno bisogno di una buona passata di lubrificante: serve innanzitutto un rinnovato collegamento con la base elettorale che si illude di contare ancora. Le primarie sono preziose in quest’ambito. Non a caso negli Stati Uniti, dove sono state inventate, servono non a dividere ma a consolidare. Ci si affronta più o meno lealmente, si va allo scontro nell’interesse del Paese, si rispetta il verdetto dell’elettorato e alla fine si lavora tutti insieme. Finora dalle nostre parti non girava esattamente così: le divisioni restavano dopo il verdetto popolare e anzi si accentuavano quando c’era da costruire la squadra del vincente.
Oggi pare che i due nemici, anzi “nemici”, abbiano imparato la lezione americana. Il vincitore recluta lo sconfitto, lo sconfitto appoggia il vincitore.
E’ un ottimo spunto di sogno davanti a un centrodestra che non sa ancora svincolarsi dal padre padrone. E’ l’occasione inseguita dopo vent’anni di quel crudele masochismo intellettuale che trasformava in sconfitte anche i gol a porta vuota.

Ieri, oggi, domani

L’altro ieri Angelino Alfano ha detto che con la sua decisione di ieri Berlusconi ha cambiato il domani solo che oggi Berlusconi ha preso un’altra decisione che annulla quella di ieri e che cambierà nuovamente il domani che quindi sarà un domani diverso dal domani annunciato da Alfano.

Reazione intestinale

Si è parlato di “vendetta”, ma ci starebbe anche “avvertimento” o più prosaicamente “porcheria”.  Indubbiamente il voto contrario del Pdl al governo Monti come reazione alle dichiarazioni del premier sullo spread e Berlusconi è un’offesa al ruolo del parlamento perché mescola le questioni private con l’interesse pubblico. Ma è anche un’occasione preziosa per capire da chi siamo rappresentati: da un manipolo di furbacchioni che si fanno i fatti propri. Sei stato monello e io ti voto contro, e chi se ne frega se la barca affonda e siamo tutti con l’acqua alla gola.
La logica, molto berlusconiana, del tanto comando io deve essere estirpata con la forza perché se siamo nei guai è anche colpa di questo tipo di ragionamenti. Proveniamo da un ventennio di scollamento tra realtà parlamentare è realtà sociale, abbiamo tanti di quegli esempi di uso scorretto e/o abominevole della cosa pubblica che per trovare un solo caso positivo bisognerebbe far risorgere i morti.
Quei quattro fantasmi del Pdl che per manifestare la loro presunta esistenza in vita devono necessariamente ricorrere a mezzi straordinari, un tempo mi avrebbero fatto pena. Oggi più che un sentimento, suscitano in me una reazione intestinale.

Magra consolazione

Sì, è vero, siamo nei guai. Il Paese ha il motore in panne e le ruote sgonfie. Però se può servire a tirarvi su, cliccate qui e guardate con chi avevamo a che fare esattamente un anno  fa.
Forse, anche se è magra, una consolazione può far crescere la speranza.

Forza Italietta

Silvio Berlusconi non contento degli sfaceli ottenuti con “Forza Italia” ha deciso di fondare un nuovo partito degli onesti chiamato “Italia Pulita” che porterà un ventata di aria fresca nel noioso panorama politico italiano zeppo di professori che non raccontano manco una barzelletta e di ministre che non hanno neanche un calendario alle spalle e che raggrupperà volti nuovi possibilmente attaccati a corpi sinuosi ispirandosi a valori come l’onestà e la rettitudine di cui notoriamente lo stesso Berlusconi è portabandiera nazionale insieme con l’angelico Marcello Dell’Utri che ha confezionato il nuovo prodotto elettorale e l’integerrimo Guido Bertolaso che sarà il talent scout della nuova formazione che visti i presupposti avrebbe potuto benissimo essere chiamata “Italia Punita”.