Si è parlato di “vendetta”, ma ci starebbe anche “avvertimento” o più prosaicamente “porcheria”. Indubbiamente il voto contrario del Pdl al governo Monti come reazione alle dichiarazioni del premier sullo spread e Berlusconi è un’offesa al ruolo del parlamento perché mescola le questioni private con l’interesse pubblico. Ma è anche un’occasione preziosa per capire da chi siamo rappresentati: da un manipolo di furbacchioni che si fanno i fatti propri. Sei stato monello e io ti voto contro, e chi se ne frega se la barca affonda e siamo tutti con l’acqua alla gola.
La logica, molto berlusconiana, del tanto comando io deve essere estirpata con la forza perché se siamo nei guai è anche colpa di questo tipo di ragionamenti. Proveniamo da un ventennio di scollamento tra realtà parlamentare è realtà sociale, abbiamo tanti di quegli esempi di uso scorretto e/o abominevole della cosa pubblica che per trovare un solo caso positivo bisognerebbe far risorgere i morti.
Quei quattro fantasmi del Pdl che per manifestare la loro presunta esistenza in vita devono necessariamente ricorrere a mezzi straordinari, un tempo mi avrebbero fatto pena. Oggi più che un sentimento, suscitano in me una reazione intestinale.