(com)pagine di governo

di Gianni Allegra

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Bande

Se fosse stata la banda Bassotti o una banda qualunque (anche una bandana?) al governo italiano sarebbe interessata. Ma trattandosi di  banda larga non gliene frega niente.

Tutto il mondo non è paese

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Scrivo da un bar dove un cameriere cortese ti porta la tua birra da due euro, insieme al codice da inserire per la connessione internet. Intorno ci sono persone che ridono e non parlano male del governo. Fuori c’è gente che non è abituata a guardare i tg aspettando l’ennesimo choc istituzionale.
Non sono in Italia.

Foto di Daniela Groppuso.

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Binario

di Daniela Groppuso

“Il premier Berlusconi ha proprio ragione. Ormai esportiamo soltanto insulti”.
Vittoria Michela Brambilla, a proposito della nuova task-force anti denigrazione internazionale del Cavaliere.

“Ci sono giornali stranieri, imbeccati da certa stampa italiana, che muovono solo accuse assurde, ridicole, che fanno male all’Italia, sputtanando non solo il presidente del Consiglio, ma la nostra democrazia e il nostro Paese, danneggiando anche i nostri prodotti”
Silvio Berlusconi, Festa della Libertà di Benevento.

Divisi nell’alto dei cieli

Il manifesto

Secondo il Papa c’è bisogno di governanti “credenti e credibili”, due qualità non complementari e, spesso, antitetiche. Esempio: se io nel nome della mia fede (quindi da credente) varo provvedimenti che deludono tutti quelli che non hanno il mio stesso credo pur avendo lo stesso diritto di cittadinanza, non sono un governante credibile.
Il rapporto tra Papa Ratzinger e il premier Berlusconi è solido quanto un budino a Ferragosto quando il frigo si scassa. Quello che molti laici di sinistra pensano – almeno quelli che conosco, leggo – è che mai prima d’ora i vertici della Chiesa e dell’Esecutivo italiano hanno avuto bisogno di un sostegno reciproco e indesiderato.
A Berlusconi serve uno smacchiatore di alto livello per la coscienza. E un certo tipo di “bianco che più bianco non si può” si ottiene soltanto in Vaticano.
A Ratzinger serve un puntello per legittimare le ingerenze della Chiesa cattolica nella vita di tutti noi, per affermare senza affermarlo specificamente che la Santa sede ha a cuore le anime che votano, hanno un conto corrente e non rompono le scatole con malsane idee libertarie.
Il nodo è che a questo Papa non piace Berlusconi per ovvi motivi  di pubblica decenza, e che a Berlusconi non piace questo Papa per ovvi motivi di onnipotenza.
Quindi i due fanno finta di dialogare, di incontrarsi per caso all’aeroporto come se fossero commessi viaggiatori, di convenire, convergere, confrontarsi, mentre in realtà non tollerano nemmeno la convivenza sotto uno stesso cielo. Anche se con vista comune sull’alto dei cieli.

Una persona sola

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  1. Mettiamo che uno abbia un ruolo di grande responsabilità e che sia pagato profumatamente per questo.
  2. Mettiamo che uno abbia un debole per le giovani escort (che non sono auto fresche di fabbrica, ma prostitute economicamente esigenti).
  3. Mettiamo che uno abbia l’abitudine di mentire perché è fisiologicamente allergico alle domande non concordate.
  4. Mettiamo che uno inanelli una gaffe appresso all’altra, nella vita privata come in quella pubblica, e che non abbia un solo attimo di incertezza: come se a sbagliare, in fondo, siano gli altri.
  5. Mettiamo che uno si senta onnipotente, immortale, onniscente.
  6. Mettiamo che quella descritta dal punto 1 al punto 5 sia una persona sola, nel senso di unica, e che si debba lavorare per farne una persona sola, nel senso di isolata (almeno dal contesto istituzionale).
  7. Mettiamo che ci sia molto da fare.

Messaggio da un’opposizione che resiste

de La contessa

Help. Au secours. Ajude-me. Ayuda. Hilfe. 救命. 助けて. Ratunku. Segítség. Yetişin. Hjälp. Apua. הצילו/ עזרה. Hjelp. Pomoc. Upomoć. لنجدة. Βοήθεια. Hjælp. helpu. Na pomoč. Ndihmë. Upomoć. Tarrtháil. Fóir orm. appi. Padėkite. ช่วยด้วย. Cứu vớ. Помощ. Socorro. Hjálp. Yarmetîm berê. کمک. Помош. Palīgā. Tolong. Допоможіть. Туслаарай. Tulungan mo naman ako.
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Il nemico di Berlusconi

Riassumendo di molto il pensiero di Berlusconi, il nemico sanguinario di questo Paese è uno solo. Un nemico che ha distrutto la carta costituzionale, ha causato l’emergenza rifiuti (prima a Napoli poi a Palermo), ha avvelenato il dente di giornali nazionali e internazionali, ha ispirato le malefatte dei magistrati “metastasi della nostra democrazia”, ha drogato la percezione della crisi economica, ha organizzato rivoluzioni anti-patriottiche e ha corrotto nella sua campagna di odio persino l’amata donna Veronica.
Quel nemico è la sinistra.
Ci sarebbe da ridere se una sinistra così tenace, tentacolare, furba non fosse la sagoma oscura dell’ossessione di un uomo che, per mettere alla prova la propria onnipotenza, dedica più tempo ai nemici sovrannaturali che a quelli reali.  Col risultato che la parte del Paese che disapprova non solo la sua azione politica, ma persino la sua elementare condotta pubblica, ogni tanto si illude che qualcosa contro di lui si stia muovendo. E invece anche quel qualcosa è frutto del delirio creativo del grande capo. Inventarsi di sana pianta un avversario forte è il miglior modo di esercitare la forza senza sudare: come si faceva da piccoli coi soldatini.

Il divertimento dell’imperatore

L’Espresso entra nell’harem sardo di Berlusconi.

Occhio, anzi orecchio, alla telefonata.

Una guida al voto

Dovrebbero ritrasmettere questo film a reti unificate, prima delle elezioni. Nessun problema di par condicio.