Cene simpatiche

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Berlusconi dichiara di “non aver mai partecipato a festini” ma solo “a cene simpatiche”. Fin qui nulla di nuovo, della serie dacci oggi la nostra fandonia quotidiana. Ma l’elemento culturalmente rilevante dell’intervista del premier è tutto nella scelta del giornale che raccoglie il suo verbo. Il nuovo organo ufficiale del governo, contro le bordate di Repubblica, Avvenire, Financial Times, El Pais e altri, è Chi.
A Emilio Fede, da ieri, viene garantita assistenza psicologica 24 ore su 24.

La livella di Libero

Il quotidiano di Vittorio Feltri, anche stamattina, scrive che tutti i maschi (del mondo?) vanno a puttane e/o tradiscono la moglie.

Che senso ha per un quotidiano progressista continuare a rovistare nel cesto della biancheria nella speranza di recuperare la prova che anche Berlusconi è un uomo e che, come tutti gli uomini, ha qualcosa da nascondere?

Mi sono dissociato già una volta da questa simpatica generalizzazione, lo faccio ancora. Almeno per far sapere ad amici e parenti che non dilapido i miei scarsi averi in escort e festini.

Un’altra graziolina

La Repubblica intervista un’altra delle grazioline, tale Terry. Al confronto, Patrizia D’Addario sembra un Nobel per la Letteratura.

La cena delle beffe

Compitino del giorno.

Leggere questo articolo del magistrato Livio Pepino.

Chiedersi se è normale che un giudice della Corte costituzionale, alla vigilia della decisione della Corte sul Lodo Alfano, inviti a cena Berlusconi (convinto ispiratore del provvedimento) e il ministro della Giustizia (che ha addirittura dato il proprio nome al provvedimento stesso).

Rispondersi che sì, lo è. In fondo non c’era neanche una escort al tavolo presidenziale.

Comprare un biglietto di sola andata per un qualsiasi paese straniero.

Citizen B.

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di Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano

Giacomo: “Così finalmente abbiamo potuto vederlo, ieri, questo documentario ‘maledetto’, libero e visibile ovunque tranne che in Italia”.
Raffaella: “Già, ‘Citizen Berlusconi’. Ci sono voluti sei anni, ma era solo su Sky. Onore al merito del canale ‘Current'”.
G: “In quanti l’avranno visto? In cinque, sei?”
R: “Sì, giusto noi, scommetto, insieme a pochi altri, e ai sopravvissuti tra i personaggi intervistati a proposito dell’irresistibile e inquinata ascesa del signor B. Biagi è morto, Sartori ancora si mantiene e per fortuna ha fatto in tempo a vederlo, Travaglio è praticamente all’indice”.
G: “Si capisce. Le cose importanti passano sulle tv ammiraglie e in prima serata: ‘Amici’ di Maria De Filippi e il suo omologo in cronaca, il ‘Matrix’ di Vinci”.
R: “D’altronde tutto è cominciato con ‘Drive-in’. Ed è andato avanti sempre così: barzellette grasse, tette in saldo, spot commerciali. Il supermercato della vita”.
G: “Ho trovato interessante questo punto del documentario. Il travaso del B. politico in un contenitore praticamente già pronto, un format ben inculcato nella testa della gente. Bastava cambiare un paio di ingredienti: la presidenza del consiglio al posto dell’asta tosta. Certe ministre al posto delle ragazze fast-food. E poi l’opuscolo che corona l’impero del sovrano mediatico: il privatissimo e personalissimo ‘Una storia italiana’. Per il resto, il documentario non mi ha scioccato come pensavo. Ci stiamo abituando al peggio?”.
R: “L’altroieri non sono andata a letto indignata. Il tempo di sospensione imposto dalla censura ha fatto da sonnifero per la carica di denuncia del documentario. ‘Citizen Berlusconi’ mi è sembrato quasi l’album dei teneri ricordi del passato. Oggi tutto è peggio. Molto peggio. Il brutto di ieri sembra quasi passabile. Paradossalmente”.
G: “Un peggio ‘televisivo’, in pieno stile B. Non fai in tempo ad abituarti che subito arriva un nuovo colpo di scena”.
R: “Intanto, nel silenzio dei tg, attendiamo l’esito di ‘puttanopoli’ e del lodo Alfano bis”.
G: “E nel mezzo, qualche consiglio per gli acquisti”.

Una persona sola

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  1. Mettiamo che uno abbia un ruolo di grande responsabilità e che sia pagato profumatamente per questo.
  2. Mettiamo che uno abbia un debole per le giovani escort (che non sono auto fresche di fabbrica, ma prostitute economicamente esigenti).
  3. Mettiamo che uno abbia l’abitudine di mentire perché è fisiologicamente allergico alle domande non concordate.
  4. Mettiamo che uno inanelli una gaffe appresso all’altra, nella vita privata come in quella pubblica, e che non abbia un solo attimo di incertezza: come se a sbagliare, in fondo, siano gli altri.
  5. Mettiamo che uno si senta onnipotente, immortale, onniscente.
  6. Mettiamo che quella descritta dal punto 1 al punto 5 sia una persona sola, nel senso di unica, e che si debba lavorare per farne una persona sola, nel senso di isolata (almeno dal contesto istituzionale).
  7. Mettiamo che ci sia molto da fare.