C’è una canzone di Eugenio Finardi, datata 1977, che è il vero manifesto della buona scuola, quella degli studenti motivati, delle inclinazioni assecondate, dell’apertura mentale. Io la conosco a memoria perché in quegli anni ero un liceale complicato e irrequieto. La ascoltai sino a inciderla nell’anima.
E oggi, pur da adulto complicato e irrequieto, la mia anima ringrazia.
L’altra sera mi è capitato di fare una cosa che non facevo da secoli. Ballare. L’occasione è stata utile non solo per far ridere gli astanti con le mie movenze da tecno-bradipo, ma per riportare alla memoria vecchie musiche (ma non musiche vecchie).
Per ragioni anagrafiche sono molto legato alla discomusic, al soul e al funky. Però la mia personale top ten di brani dance è quanto di più popular ci possa essere.
Ieri mi sono imbattuto per caso in questa memorabile versione di Stairway To Heaven. Ci sono gli anziani Led Zeppelin commossi, c’è il figlio di John Bonham alla batteria, c’è un coro che spunta a sorpresa e c’è una magia che rende questa cover preziosa come l’originale. Se non avete mai visto questo video (qui c’è tutta la storia), prendetevi cinque minuti, mettetevi una cuffia e sparatevi la musica a palla. Disposti a tutto, anche a ritrovarvi con gli occhi lucidi.
I Pomplamoose, non nuovi da queste parti, sono un duo californiano che fa dei video da manuale: ciò che ascolti, vedi. Sono una specie di tutorial per chi magari è digiuno di arrangiamenti e vuole capire come si struttura, in modo semplice, un brano. Prendete ad esempio questa cover dei Wham!, sembra un manuale di Paul Kent.
Indovinate chi è questo distinto signore? Un aiutino, negli anni ’80 era il leader di gruppo musicale bello tosto. La risposta (e qualche altra sorpresa) la trovate qui.