Lo spettro della piazza

berlusconi con gli occhiali

Nell’ira, con conseguenziali minacce, di Berlusconi c’è tutto il suo concetto di democrazia. “La sinistra punta al governo”, accusa come se avesse detto “la sinistra ruba”, o “la sinistra pratica la pedofilia”.
Le regole e i numeri non si truccano facilmente. In politica come nella vita, i giochi di potere hanno bisogno di un supporto etico che li legittimi. Berlusconi ha fatto sempre a meno di tale supporto e anzi ha mostrato un’insofferenza crescente verso chi ha cercato di frenare questa sua disinvoltura.
Ora che è in difficoltà, il Caimano agita spettri di piazze in rivolta (o rivoltanti?) per difendere ciò che invece andrebbe perseguito: una legge non uguale per tutti, una democrazia on demand, un governo fantoccio, una politica clientelare, un’economia di pochi. E fa proseliti con la sua logica da supermercato: per tutto c’è un prezzo (e uno sconto).

Sono ragazzi

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Un paio di post fa così commentavo i volti popolani della folla dell’amore alla manifestazione del Pdl  a piazza San Giovanni: “Ho visto facce anziane senza la luce d’intelligenza e di senso del tempo e dell’esperienza che di solito scorgo negli anziani. Perlopiù dentiere idrofobe (ma che vogliono queste cariatidi, il ritorno del duce? Perché sembrano cattivi?)”. Subito dopo, mi sono chiesto se non avessi esagerato. Dico: una folla di neofascisti col catetere o neo-neofascisti con record di assenze scolastiche al cospetto del popolo dell’amore? Possibile? Che fossi vittima di un terrorismo psicologico al contrario, cioè quello della sinistra e della residua tv di opposizione (o dovremmo dire di “resistenza”)?
Va bene, ho scorto qualche salutino romano che si levava timidamente dalla marana degli inneggianti. Va bene, in molti occhi latitava la scintilla della ragione e prevaleva il battito di ciglia a tempo con la musica da balera (pardon, piazza). Pare che ci sia stato anche un accenno di “Faccetta nera”. Ma… sono ragazzi, via.  Come pensar tanto male di qualcuno che vuole l’amore contro l’odio e l’invidia? (ricordo di aver sentito un cartomante tv che argomentava su temi simili).   Poi ho letto questo “volantino” dei terroristi mediatici più odiati dal popolo del premier meno invidioso e iracondo d’Europa.
E ho deciso di amare, odiare e invidiare tanto quanto. Ma a modo mio, dalla parte opposta, a occhi aperti e con giudizio.

Marcelletti, la cronaca e la misericordia

marcellettiQuando le circostanze costringono a commemorare chi non si vuol commemorare, si ricorre spesso ai pareri degli altri.
Così nelle cronache di oggi, a proposito del professore Carlo Marcelletti, morto ieri per un attacco cardiaco, si citano le centinaia di testimonianze che si stanno diffondendo nel web.
Sono moltissime infatti le persone che lo ringraziano per aver salvato vite umane, per aver compiuto interventi che hanno del miracoloso.
Il dolore per la scomparsa di un uomo, specialmente se l’uomo è stato importante e chiacchierato, si trasforma così in una beatificazione di piazza che molto ha in comune col suo opposto, la condanna di piazza (del resto sempre di processi impropri si tratta).
E’ come se si scoprisse, all’improvviso, che un buon professionista è anche una specie di Messia, e si dimenticasse che un chirurgo che salva vite fa semplicemente il suo lavoro. Marcelletti ne avrà salvate più di altri suoi colleghi, ma ha fatto anche molto altro e non proprio secondo “scienza e coscienza”.
La misericordia non è la lente di ingrandimento della cronaca.