Marcelletti, la cronaca e la misericordia

marcellettiQuando le circostanze costringono a commemorare chi non si vuol commemorare, si ricorre spesso ai pareri degli altri.
Così nelle cronache di oggi, a proposito del professore Carlo Marcelletti, morto ieri per un attacco cardiaco, si citano le centinaia di testimonianze che si stanno diffondendo nel web.
Sono moltissime infatti le persone che lo ringraziano per aver salvato vite umane, per aver compiuto interventi che hanno del miracoloso.
Il dolore per la scomparsa di un uomo, specialmente se l’uomo è stato importante e chiacchierato, si trasforma così in una beatificazione di piazza che molto ha in comune col suo opposto, la condanna di piazza (del resto sempre di processi impropri si tratta).
E’ come se si scoprisse, all’improvviso, che un buon professionista è anche una specie di Messia, e si dimenticasse che un chirurgo che salva vite fa semplicemente il suo lavoro. Marcelletti ne avrà salvate più di altri suoi colleghi, ma ha fatto anche molto altro e non proprio secondo “scienza e coscienza”.
La misericordia non è la lente di ingrandimento della cronaca.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Marcelletti, la cronaca e la misericordia”

  1. Chiacchierato da vivo, chiacchierato da morto. Le opinioni nutrono la cronaca.

  2. La scienza e coscienza non ha alcuna correlazione con la capacita’ professionale.Ricordiamoci sempre che la medicina non e’ una scienza ma un arte.E senza beatificare nessuno non si puo’ negare che Marcelletti,con tutte le sue umane debolezze e’ stato un grande e coraggioso artista.

  3. Sono d’accordo, è un’esagerazione definire “Messia” un professionista che fa bene il suo lavoro, straordinariamente bene. Nè si tratta di essere misericordiosi nell’assolverlo da certi peccati. Semmai si dovrebbe evitare di mischiare il suo operato con la sua vita privata. Per questo si è ucciso.

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