Restare a piedi

New York senza la sua maratona non è New York. Ma evidentemente le ferite sono troppo profonde.

Se non corri che vita è?

Su I love Sicilia di questo mese.

Corro da sempre. E corro per svariati motivi, ma non per fare una maratona. Qualcuno potrebbe chiedere: e allora perché? Semplice, perché se si è sani e in forze non esiste un solo motivo per non farlo.
Sin da bambino mi sono cimentato in vari sport in cui era fondamentale essere leggeri. Per mantenersi in peso, quale migliore attività della corsa?  Insomma, correvo per necessità.
Col passare degli anni però ho imparato a concedermi la felice schiavitù delle endorfine, quelle deliziose droghe naturali che si diffondono nel corpo dopo un intenso sforzo fisico.
La mia misura ideale è la mezza maratona. A quasi cinquant’anni mi diverto a correrla con mia moglie, e funziona così: io parlo per 21,097 km, lei finge di sopportarmi ma in realtà mi usa come anti-loop cerebrale. Perché il vero problema della corsa prolungata è prendere il comando dei pensieri ed evitarne l’avvitamento, la ripetitività. C’è chi ci riesce subito, chi invece ci prova inutilmente per anni. Io sono stato fortunato, probabilmente perché ho neuroni di marca cavallo. Correndo ho scritto un paio di romanzi, una mezza dozzina di racconti, migliaia di post, ho cantato a squarciagola, ho risolto problemi, ho apprezzato in audiolibro Edgar Allan Poe, ho progettato viaggi, ho sognato, ho indagato i sentimenti, sono persino guarito. E poi ho contagiato questa passione a decine di amici e parenti. Quante tabelle di Pizzolato mi sono ritrovato a fotocopiare, quando ancora non bastava un clic per condividere una passione.
Mi capita spesso, nell’ombra del parco della Favorita o sul lungomare ventoso della Mondello invernale, di essere superato – talvolta bruciato – da qualcuno di questi nuovi runner: ieri erano grassi e catarrosi di tabacco, oggi sono veloci e leggeri e macinano chilometri come se dovessero recuperare il tempo perduto.
Ne parlavo qualche giorno fa con uno di loro.
Lui diceva: “Vedi, noi corriamo da quattro anni. Tu da trenta e rotti. Siamo più riposati”.
E io: “Sì, ma in quei trent’anni ve la siete goduta la vita, eh!”.
E lui serio: “Gery, se non corri che vita è?”
Già, che vita è?

Ancora musica per correre

Con la primavera serve nuova musica per correre. Visto il successo delle precedenti puntate, ecco una nuova compilation per i runner (e non solo) con una dominanza di R&B.
Buona corsa!

Danny’s All-Star Joint – Rickie Lee Jones
H Gang -Donald Fagen
Love Games – Level 42
Santa Maria (Del Buen Ayre) – Gotan Project
Woodcutter’s Son – Paul Weller
Cocaine – J.J. Cale
Sweet Home Chicago (Featuring Stephen Stills) – The Jimmy Rogers All Stars
Room With A Wiew – Lou Rawls
Come By And See – Maceo Parker

Musica per correre

Un nuovo carico di musica per i runner. In questi giorni di freddo ho sperimentato la seguente playlist:

Nutbush City Limits – Tina Turner (senza Ike)
Lifted – Lighthouse Family
Do You Feel Like We Do – Peter Frampton
Cinnamon Girl – Prince
19 – Paul Hardcastle
I Can’t Dance – Phil Collins & Genesis
Slave To The Rythm – Grace Jones
Keep On Running – Robben Ford
Do It Again – Steely Dan
I Can’t Go For That (No Can Do) – Hall & Oates
I’m Only Human – Human League
Running In The Family – Level 42
Do I Do – Stevie Wonder
Something Got Me Started – Simply Red
The Logical Song – Supertramp

Qui altri suggerimenti.

Maratona, il record prossimo venturo

Siccome questo blog è letto da molti runner, segnalo questo articolo molto interessante sui numeri futuri della maratona, anzi dei maratoneti. Si riuscirà a scendere al di sotto delle due ore?

Un trionfo familiare

E’ finita in una sorta di trionfo. Con lei che taglia il traguardo con le braccia alzate, io accanto a farle l’inchino, gli amici lì ad abbracciarla, e i keniani dietro che ancora devono arrivare (dopo aver fatto un giro doppio, però).
La prova delle prove, in termini di resa sportiva, misura della forza di volontà e soprattutto di verifica della tenuta familiare, finisce in archivio come un successo.
Mia moglie, non solo ha corso per intero la prima mezza maratona della sua vita, ma lo ha fatto amministrando le forze come una veterana, nonostante avesse nelle gambe una storia breve di chilometri macinati. Certo, è sempre stata una sportiva e questo conta. Ma è anche una che due anni fa si è rotta un legamento del ginocchio e che solo tre mesi fa ha deciso di correre per una distanza superiore ai cinque chilometri.
A me di quei 21 chilometri e 97 metri resta, a parte la raucedine per aver parlato ininterrottamente dalla partenza al traguardo, la gioia di aver vissuto una bella e sana celebrazione della forza di volontà di un gruppo che, in qualche modo, ho contribuito a far nascere: Paolo e Vincenzo hanno fatto un tempo strepitoso se si pensa che un anno fa pesavano una quindicina di chili in più a testa; ottima prova anche quella di Simona, che però non aveva chili da perdere ma gambe da allenare.
Ora Dani sta studiando la classifica e mi chiede “venticinquesima di categoria non è male, vero?”.
Il suo momento di gloria è come un calumet, va condiviso, amministrato, centellinato.
I keniani arrivano, vincono, incassano il premio e vanno a casa. Noi abbiamo un “dopo” che se fosse monetizzabile ci renderebbe ricchi a vita.
E in effetti oggi Dani mi ha reso un po’ più ricco.

Ammazza che pettorali!

Pacchi gara ritirati, pettorali pronti (li vedete), carboidrati introitati (e ancora non è finita). Stamattina breve ricognizione di una parte del percorso e abbozzo di calcolo delle pendenze (la mia signora detesta le salite, vedi un po’). Nella dotazione fornita dagli organizzatori, oltre a un succo di frutta e a una tavoletta di cioccolato c’è anche una bustina. “Ah, l’integratore energetico. Ottimo!”. Per fortuna che ho dato un’occhiata sulle istruzioni. Crema per massaggi, antidolorifica.

La maratona e l’orgoglio

Ieri, seguendo in tv la cronaca della maratona di New York, pensavo al potere di contagio di uno sport così faticoso. E lo facevo riferendomi ad alcuni esempi che mi riguardano da vicino.
Corro, anzi corricchio, da molti anni e della corsa mi ha sempre colpito la sua capacità di stimolare pensieri. Macinando chilometri ho scritto un paio di libri e migliaia di post, ho posto rimedio a molti problemi, ho messo ordine su qualche scaffale della mia mente. Quando parlo con una persona che mi comunica un dilemma o mi confessa di vivere un periodo difficile, due volte su tre consiglio di acquistare un paio di scarpette da running e, il giorno dopo, invio via e-mail una tabella di allenamento soft. Continua a leggere La maratona e l’orgoglio

Pariglie, bottiglie, caviglie

Sono giorni complicati, in cui penso a tante di quelle cose che alla fine mi dimentico di quel che dovevo ricordarmi. Quindi scrivo qui alcuni appunti, in modo da non lasciarmi sfuggire troppe idee.

Berlusconi ha preso bastonate alla Camera perché a Tremonti più che un orologio dovrebbero regalare una sveglia.

La moglie di Emilio Fede ha ammesso che voleva chiedere il divorzio da quell’alzagonnelle di suo marito, ma poi ha fatto una scelta di responsabilità: ha pensato a forte un risarcimento economico.

Mia moglie, se non si manifestava un disturbo alla caviglia, ieri mattina avrebbe corso più a lungo di me. Per la prima volta.

Ho appreso che dal momento della mia nascita a oggi, se non esistessero le forbici, i barbieri e soprattutto la calvizie, i miei capelli sarebbero cresciuti di quasi cinque metri e mezzo.

I messaggi nella bottiglia si usano ancora. E non solo nelle canzoni.

Una maratona in famiglia

L’ordine lo ha impartito mia moglie in pieno agosto: il prossimo anno corriamo una maratona insieme. Ed io, che sgambetto da qualche decennio, sono rimasto a bocca aperta davanti alla sua determinazione. Anche perché lei, nonostante sia una sportiva di ottimo livello, non si era mai cimentata nella corsa (è forte, ad esempio, nel nuoto e mi infligge certe umiliazioni di cui vi parlerò un’altra volta).
E’ così che abbiamo cominciato a preparare la nostra maratona: il sogno è New York 2012, ma qualcosa prima la faremo. Continua a leggere Una maratona in famiglia