Se non corri che vita è?

Su I love Sicilia di questo mese.

Corro da sempre. E corro per svariati motivi, ma non per fare una maratona. Qualcuno potrebbe chiedere: e allora perché? Semplice, perché se si è sani e in forze non esiste un solo motivo per non farlo.
Sin da bambino mi sono cimentato in vari sport in cui era fondamentale essere leggeri. Per mantenersi in peso, quale migliore attività della corsa?  Insomma, correvo per necessità.
Col passare degli anni però ho imparato a concedermi la felice schiavitù delle endorfine, quelle deliziose droghe naturali che si diffondono nel corpo dopo un intenso sforzo fisico.
La mia misura ideale è la mezza maratona. A quasi cinquant’anni mi diverto a correrla con mia moglie, e funziona così: io parlo per 21,097 km, lei finge di sopportarmi ma in realtà mi usa come anti-loop cerebrale. Perché il vero problema della corsa prolungata è prendere il comando dei pensieri ed evitarne l’avvitamento, la ripetitività. C’è chi ci riesce subito, chi invece ci prova inutilmente per anni. Io sono stato fortunato, probabilmente perché ho neuroni di marca cavallo. Correndo ho scritto un paio di romanzi, una mezza dozzina di racconti, migliaia di post, ho cantato a squarciagola, ho risolto problemi, ho apprezzato in audiolibro Edgar Allan Poe, ho progettato viaggi, ho sognato, ho indagato i sentimenti, sono persino guarito. E poi ho contagiato questa passione a decine di amici e parenti. Quante tabelle di Pizzolato mi sono ritrovato a fotocopiare, quando ancora non bastava un clic per condividere una passione.
Mi capita spesso, nell’ombra del parco della Favorita o sul lungomare ventoso della Mondello invernale, di essere superato – talvolta bruciato – da qualcuno di questi nuovi runner: ieri erano grassi e catarrosi di tabacco, oggi sono veloci e leggeri e macinano chilometri come se dovessero recuperare il tempo perduto.
Ne parlavo qualche giorno fa con uno di loro.
Lui diceva: “Vedi, noi corriamo da quattro anni. Tu da trenta e rotti. Siamo più riposati”.
E io: “Sì, ma in quei trent’anni ve la siete goduta la vita, eh!”.
E lui serio: “Gery, se non corri che vita è?”
Già, che vita è?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Se non corri che vita è?”

  1. è proprio quello che pensavo ieri pomeriggio quando infilavo le scarpe che mi avrebbero fatto compagnia mentre correvo per ll foro italico, con la temperatura che diceva 29 gradi.
    Alla domanda “ma chi te lo fa fare” io rispondo sempre “il momento dopo…”

  2. Ma che bel pezzo! Complimentoni, è veramente bellissimo, romantico e ironico. Mi hai fatto davvero divertire. Bravo! Voglio anche dirti che hai fatto un bellissimo blog: delicato e discreto. Così come è discreto e delicato “diPalermo”.

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