Informazione gratuita? Cazzate

informazione gratuita

Dico la mia, a futura memoria, sull’editoria digitale. Ne parlo e ne scrivo da tempo: il futuro da almeno vent’anni è digital first, non perché ci sia una moda dinanzi alla quale soccombere, ma perché le rivoluzioni, quando non possono essere contrastate (il che accade con cadenza secolare), vanno studiate e possibilmente capite.
Il modello italiano attuale è: informazione gratuita digitale, cartacea a pagamento finché dura, e dita incrociate.
Sbagliato.
Il modello su cui insistere invece è: informazione digitale di qualità e fidelizzata con micro-pagamenti (a partire da qualcosa come cinque euro al mese) ricca di contenuti premium (esclusive, aggiornamenti costanti, guide interattive per capire e tutto quello che un bravo direttore sa tirare fuori), informazione cartacea di approfondimento e di riflessione, come ontologicamente la carta impone data la sua persistenza fisica.
Non ci sono sostegni pubblicitari al web per giustificare altre strategie.
Il pubblico qualificato (ergo il lettore attivo, non quello che ha sempre scroccato pagine altrui, magari leggendo solo i titoli) non è il popolo bue che crede ancora nell’informazione libera quindi gratuita. Quelle sono cazzate: chi si fiderebbe di uno che fa il commercialista senza pretendere un euro, di uno che fa il poliziotto aggratis, di un qualunque professionista che elargisce prestazioni in cambio di una pacca sulla spalla? Nessuna persona di buona creanza può immaginare un mondo in cui i servizi sono gratuiti, solo la dilagante superficialità da social network condita da una spruzzata di ignorante qualunquismo può sostenere la tesi che la vera informazione è quella che non viene da professionisti, ma dalla ggente: come affidarsi ai santoni anziché ai medici per curarsi da una polmonite.
Ecco perché il micro-finanziamento è l’unica svolta per un’informazione moderna, professionale, corretta. Perché concilia due esigenze cruciali: esigere una corretta informazione e contribuire a sostenere una corretta informazione. Che come ogni prodotto di questa terra ha un costo.
Il resto ve lo svelo secondo una classica regola di mercato: a pagamento.

Mai più gratis

Gratis

Da sempre conduco una battaglia solitaria contro il gratis. Anche se va detto che c’è gratis e gratis. Una cosa, infatti, è il non farsi pagare, un’altra è il non essere pagato.
Più volte ho svolto il mio lavoro in forma gratuita, ma solo quando non mi è stato richiesto. Il dono è infatti cosa molto diversa dal furto: perché chi vuole da te una prestazione o un manufatto pretendendo di non pagare, è un mezzo ladro.
Nel campo dell’editoria il gratis è la (triste) regola. Anche se hai un’età e un curriculum, c’è sempre quello che ti chiede di scrivere per la gloria omettendo di dirti che con la tua gloria lui in realtà ci mangia. E’ per questo che oggi, a fronte di tutto ciò che mi viene proposto, leggo e scrivo solo quello che mi va e non me ne frega niente della caratura di chi mi chiede di farlo. Nel senso che posso rifiutare di far gratis una cosa per un’azienda blasonata, perché è un lavoro noioso o perché mi è stato proposto nella maniera sbagliata, e invece regalare la mia opera a un perfetto sconosciuto, perché si tratta di un progetto stimolante o per semplice simpatia.
Lo dico ai giovani. Il gratis è stato e viene ancora usato come occasione di promozione professionale, ma in realtà – escluso il puro volontariato – è solo perdita di tempo ed energie. Ciò che si paga ha un prezzo, ciò che ha un prezzo ha una qualità facilmente misurabile, ciò che ha una qualità misurabile dà libertà.

Murdoch e la notizia invisibile

Rupert Murdoch ha già da tempo annunciato una crociata contro tutto ciò che è gratis nel web. Adesso pensa di tagliare fuori i motori di ricerca. L’idea è questa: non appena i contenuti dei suoi siti saranno a pagamento, la modifica di un file li renderà inaccessibili e/o invisibili a Google e compagni.
La questione non è da poco.

Volare gratis

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha un’idea interessante.

Prestazioni gratuite

E se lo dice Lansdale.

Domanda: c’è la stessa soddisfazione a leggere gratis?

Mai gratis

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Questo blog, a differenza di quello precedente, non ha pubblicità. Potrebbe rappresentare cioè un prodotto gratuito. Occhio però: io non regalo nulla. Scrivo perché per me scrivere è una necessità, un piacere, un’eruzione cutanea, una difesa, una dimostrazione di esistenza in vita, una possibilità di confronto, un atto di onanismo sfuggito alle regole della Chiesa, una liberazione, e un lavoro. Quindi il blog ha l’effetto di un prodotto gratuito, ma non lo è. In realtà io ho un compenso duplice: la mia soddisfazione (intellettuale, onanistica, eccetera) e la vostra partecipazione. Voi, in questo caso, mi pagate con la moneta dell’attenzione.
Quindi non è gratis. Ci tengo a sottolinearlo perché io ho allergia a tutto ciò che è gratis.
Come sapete, ogni opera della natura ha la sua moneta. In termini di energia, di conservazione, di miglioramento, di semplice sussistenza. In campo umano – esclusi ovviamente i regali, il volontariato e i sentimenti – la prestazione d’opera gratuita è un modo di richiedere/fornire prodotti di infima qualità travestendoli da prodotti convenienti quindi opportuni.
Nel mio mestiere di autore – e qui molti colleghi potranno confermare – si vive nella rarefazione del buon senso. Uno ti chiede di scrivergli “una cosa” perchè “che ti costa? Tu ci sei abituato. A te viene facile…”.  Ora, il fatto che a me/noi venga più semplice scrivere rispetto a chi si occupa di altro non comporta l’abolizione del compenso. Nella bellissima prefazione di Raffaella Catalano per un volume che sarà pubblicato il prossimo anno in Spagna si legge pressappoco così: quando a Palermo ti chiedono cosa fai per vivere e tu rispondi “lo scrittore”, la domanda seguente è “sì, ma che lavoro fai?”.
Insomma, la possibilità di guadagnare scrivendo è esclusa per assioma.
Ecco, pur sapendo che ci sono autori ben più titolati di me, vorrei sommessamente ululare che gratis non si crea. Nel migliore dei casi si pasticcia.