Ieri ho rivisto il monologo televisivo sul Vajont di Marco Paolini. Credo di conoscerne alcuni passaggi a memoria e non per caso.
L’orazione civile di Paolini è un pezzo di teatro che andrebbe proposto nelle scuole, col duplice scopo di mostrare come si racconta una tragedia in forma di spettacolo e come lo spettacolo può in qualche modo vendicare le vittime di una tragedia.
Se non avete mai visto il Vajont di Paolini, fareste bene a dedicare una serata libera a questo capolavoro. Se ne trova traccia su Youtube, ma è molto meglio il dvd edito da Einaudi (che contiene anche un libretto). Al limite, se proprio avete una connessione scadente e siete al verde, vi presto la mia copia.
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Al servizio di Jack Bauer
La scorsa settimana, approfittando della pausa forzata impostami dall’influenza, ho divorato una cinquantina di episodi della fortunata serie televisiva americana “24”, la cui peculiarità sta nel raccontare in tempo reale quel che accade nell’arco delle 24 ore di azione: ogni episodio dura virtualmente un’ora al netto delle pause pubblicitarie debitamente sottratte al computo totale, come se durante i consigli per gli acquisti i protagonisti del telefilm non restassero con le mani in mano.
La narrazione è incentrata sull’attività di un’unità antiterrorismo di Los Angeles (che verrà trasferita, a serie inoltrata) e sulla figura carismatica dell’agente Jack Bauer, interpretato da Kiefer Sutherland.
La forza della sceneggiatura sta nell’immaginare che una persona possa, in un solo giorno, sopravvivere a un’esplosione nucleare, farsi torturare, cadere con un aereo, risolvere i problemi di una figlia imbecille, combattere contro i terroristi, tendere un agguato a un esercito di rivoltosi, beccarsi un paio di arresti cardiaci, piangere una donna assassinata e non fermarsi mai neanche per andare in bagno.
Cazzate, direte voi. Invece gli americani ci insegnano che l’inverosimile, se raccontato bene, riesce a tenere incollati davanti alla tv più del plausibile.
Terminata la prima tornata di dvd, io e mia moglie ci siamo rivolti come due tossicodipendenti che chiedono una nuova dose all’amico che ce li aveva prestati. Lui, con malcelato sadismo, ha messo sul tavolo sette serie, per un totale di 168 episodi.
A casa nostra in questo momento siamo schiavi di Jack Bauer.
Per non farsi mancare niente
Dato che è stata rimossa l’applicazione per iPhone che consentiva di riascoltare i discorsi di Benito Mussolini, Libero ha pensato bene di regalare, da ieri, i dvd con i comizi del Duce.
L’uomo che si fece re e pedina
Stasera a Palermo si presenta “Il mago dei soldi”, una docufiction su Giovanni Sucato realizzata dal sottoscritto insieme con Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano e prodotta da “S” e “Novantacento”. L’appuntamento è alle 21,30 a villa Filippina.
di Giacomo Cacciatore, Raffaella Catalano e Gery Palazzotto
Abbiamo scelto di occuparci della vicenda di Giovanni Sucato con lo spirito di chi voleva guardare la Sicilia da un’angolazione inconsueta. Sono i piccoli fatti di cronaca che, a nostro parere, completano il quadro d’insieme di un grande fenomeno criminale come quello di Cosa nostra. Questa non è una storia di leggendarie latitanze e di superboss dalle strategie imperscrutabili. E’, per così dire, una storia dal basso. Non volevamo puntare i riflettori su protagonisti noti perché la storia, spesso, la scrivono anche i comprimari. E perché le situazioni minori sono paradigma di scenari più vasti: ne ripetono i meccanismi, ma offrono uno spunto di interesse in più, perché consentono di far emergere dal passato fenomeni e personaggi dimenticati, che comunque hanno segnato epoche, costumi, economie, vite. Inoltre, la vicenda Sucato rappresenta una parabola davvero singolare: quella di un personaggio atipico, un self made man alla siciliana che da solo si è fatto re e pedina.
Parlare di mafia attraverso il percorso del mago dei soldi significa abbracciare cronaca e sogno, psicosi collettiva e ipnosi mediatica. Significa attraversare tutti gli strati sociali dell’isola, aggiungendo la dimensione che manca allo schematismo con cui spesso si ricostruiscono le guerre tra clan. Significa estrapolare dalla manifestazione macroscopica il dramma privato.
Senza trascurare l’interesse narrativo che la vita e gli affari di Giovanni Sucato offrivano.
Coinvolgere, spremere e trascinare esistenze, in Sicilia, è in genere una prassi dell’organizzazione mafiosa. Raramente è accaduto il contrario, cioè che un singolo uomo – addirittura un ragazzo, in questo caso – abbia coinvolto e trascinato pezzi di Cosa nostra. Seppur pagando il solito, ineluttabile conto.
Il fattore XXX
State attenti quando masterizzate dvd (e magari li distribuite a bambini).