Abbagliati da un cerino

Non mi interessa come si difende, quali barzellette tira fuori dal suo scarso repertorio, cosa inventa a se stesso. Io godo della ritrovata normalità in cui se uno ha un problema giudiziario, se lo va a discutere in un’aula di giustizia con tutte le garanzie del caso.
Gioire nel vedere Berlusconi in tribunale è di certo una stortura, ma è anche la conseguenza di un clima di storture nel quale ci hanno buggerato con leggi personali, lodi improponibili, finte emergenze.
La regolarità di un procedimento pubblico e la logica concatenazione degli eventi: da quanto tempo non guardavamo alle cose del nostro mondo con una consapevolezza antica? Oddio, non è che prima di Berlusconi vivessimo in un mondo di fate, però almeno a quel tempo la criminalità al potere non si mostrava orgogliosa di esser stata smascherata. C’era una discreta ritrosia a farsi cogliere con le mani nel malloppo, tutto qui.
Poi il “sogno italiano” si è avverato in tutto il suo luttuoso splendore ed eccoci qua, come veri sopravvissuti. A spiare come guardoni un anziano signore che si prende il caffé prima di andare a discutere delle sue cause giudiziarie. A sperare non già in una condanna, ma in uno svolgimento del processo.
Per chi proviene dal buio anche un cerino acceso è abbagliante.

Il nano e le ballerine

A leggere le intercettazioni delle telefonate di Berlusconi uno si fa un’idea precisa di come non deve comportarsi un premier. Non me ne frega niente delle questioni procedurali e degli errori che hanno portato alla pubblicazione di quelle telefonate. Per quanto mi riguarda è un bene che le conversazioni private tra Berlusconi e la Polanco o la Minetti siano di dominio pubblico. A un presidente del Consiglio, infatti, non si può perdonare l’incoscienza poiché la sua sobrietà e la sua serenità di pensiero hanno immediato riverbero sulle sorti di un intero Paese.
E’ giusto quindi che si sappia che il piccolo duce di Arcore investe gran parte del suo tempo con ragazzotte senza né arte né parte, che parlano come coatte, fanno lo slalom tra i guai giudiziari, lo prendono per il culo chiamandolo tutte “amore”, e inevitabilmente puntano al suo portafogli. Un premier settantenne non può consentirsi una simile ubriacatura di giovanilismo. E’ la sua credibilità ad essere minata, senza tenere conto delle investiture sul campo che tanto scandalo hanno provocato nel mondo.
Se il nostro capo dell’esecutivo fosse una persona qualunque (magari un amico) i nostri genitori, fratelli, parenti in genere ci diffiderebbero dal frequentarlo. C’è una verità incontrovertibile che va oltre i processi, le sedute parlamentari, le trame politiche e le strategie massmediatiche:  per linguaggio, indole, etica e frequentazioni Silvio Berlusconi è un tipo impresentabile.

L’eroico Cammarata

Raccontano le cronache che l’eroico sindaco di Palermo ha firmato di suo pugno la richiesta all’ufficio legale per far costituire il Comune parte civile contro il famoso skipper. Quello che, anziché andare al lavoro per conto della Gesip che gli pagava lo stipendio, curava la sua barca (sua del sindaco) cercando di affittarla senza fattura.
Ora, siccome anche il sindaco è indagato nella stessa inchiesta, ci aspettiamo che, se Cammarata verrà rinviato a giudizio, il Comune manterrà la stessa linea dura: parte civile contro lo skipper, parte civile contro l’armatore.
Se così non fosse, tutti noi – bagnanti, bagnini, diportisti, disoccupati, affittuari, abusivi, locatori, locatari, cittadini insomma – ci sentiremmo legittimati a pensare che la mossa dell’eroico contro il poveretto sia solo un trucco per tirare acqua al mulino di una parte. Della serie: “Io con quello non ho rapporti, quello veniva a mia insaputa ad affittare la mia barca, quello doveva starsene al lavoro a spezzarsi la schiena invece che zompettare nella mia dinette, quello è un pazzo, un bugiardo, un pericoloso criminale,  vedete… Ecco qui: ho firmato pure un atto contro di lui!”.

Quello che Minzolini non vi ha detto

Dubito che tra i lettori di questo blog ci siano persone che usano come fonte esclusiva di informazione il Tg1 (neanche a Palazzo Grazioli se ne trovano, dato che lì si ci si intrattiene anche davanti al Tg4 e a Studio Aperto), però è bene essere prudenti e raccontare brevemente quello che il direttore del Tg1 Augusto Minzolini non ha detto ieri e, poltrona natural durante, non dirà mai.

Dell’Utri non è stato assolto, ma condannato in appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Reato grave.

I giudici hanno ritenuto provato che il senatore del Pdl ha intrattenuto stretti rapporti con la mafia di Stefano Bontade e con gli uomini di Totò Riina e di Bernardo Provenzano, criminali sanguinari.

Stando così le cose, Dell’Utri potrebbe scontare almeno due anni di carcere veri. Cioè in cella: sbarre e sole a scacchi.

La testimonianza di Massimo Ciancimino, che avrebbe affossato il senatore, non è stata accettata dalla Corte d’Appello perché il figlio dell’ex sindaco mafioso non è stato reputato attendibile. Peccato che il Tribunale di Palermo, nella sentenza contro l’ex deputato di Forza Italia Giovanni Mercadante, lo abbia giudicato in modo diametralmente opposto.

Uno degli accusatori di Marcello Dell’Utri, il pentito Gaspare Spatuzza, ha motivo di temere più lo Stato che la mafia. Infatti se Cosa nostra gliel’ha giurata per motivi, per così dire, fisiologici (uno che tradisce gli uomini d’onore non può sperare nell’applauso dei suoi correi), il governo italiano ha deciso che costui non merita la protezione e che quindi può essere ammazzato tranquillamente. Motivo ufficiale: non ha rispettato il limite dei 180 giorni per dire tutto quello che sa. Scempiaggine colossale per chi conosce la legge, come i procuratori e i magistrati che hanno richiesto la sua protezione. (Nota: non ho alcuna simpatia per Spatuzza e per gli ex mafiosi, però ne ho ancora di meno per i delinquenti ancora in corsa, in carriera)

Lo Stato, mai come prima, ha fatto pressioni inaudite su questo processo. Basti pensare alla porta sbattuta in faccia dal governo a Spatuzza. Governo il cui premier – non è un dettaglio – è accusato dallo stesso Spatuzza.
Cos’è questo se non un conflittone di interessoni?

Uno che dice di un mafioso conclamato “per me è un eroe” va internato. Uno che lo ripete a distanza di mesi va chiuso in galera. Se poi è un parlamentare, in cella ci deve finire a calcioni. E i primi a darglieli dovrebbero essere i suoi compagni di partito.

Assente ingiustificato

C’è un processo che non si riesce a celebrare perché l’imputato gira come una trottola, lontano dai giudici ovviamente.
E’ il processo Berlusconi-Mills.
Il premier, indagato per corruzione, ha sempre qualcos’altro da fare e non può essere presente alle udienze. Quindi il procedimento rallenta sino a fermarsi.
Lo scorso 30 novembre gli avvocati del presidente del consiglio avevano chiesto il rinvio dell’udienza del 4 dicembre (cioè di oggi) perché il loro assistito avrebbe dovuto essere presente alla storica inaugurazione di uno storico piccolo lotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria (il cui storico completamento è previsto per la fine del 2011). Ebbene il rinvio c’è stato.
Per la cronaca, Berlusconi oggi non è andato a inaugurare un bel niente.