Il romanzo multimediale

Gli specialisti

Ieri Minzolini, per il Tg1 delle 20, ha fatto commentare l’autodifesa di Fini alla redazione online. Che è come affidare la telecronaca del Gran premio di Imola a un gommista, o il commento di un comizio di Bossi a un logopedista.

Il Grillo distratto

E su Twitter Beppe Grillo non segue nemmeno Travaglio. Il guru di internet, profeta dello scambio di libere informazioni, mostra qualche distrazione.

Grazie a Tanus.

Berlusconi e i suggerimenti di Gogol

Fan, Fini, fine

L'home page del sito del Fini fans club di un anno fa

Esattamente un anno fa registravo che il Gianfranco Fini fan club mugugnava per le aperture del presidente della Camera sugli immigrati e per le prese di posizione nei confronti di Bossi e di Berlusconi.
Oggi molte cose sono cambiate – o, come scrisse un celebre cronista siciliano, molta acqua è passata sopra i ponti (e certo, con certe alluvioni…) –  però abbiamo due certezze: primo, Fini ha portato all’estremo il suo dissenso da B&B; secondo, quel fan club non esiste più.

P.S.
Se internet ha un vantaggio è quello di favorire una memoria collettiva. Approfittiamone.

Duri a morire

Ok, Steve Jobs è il guru telematico di questi tempi. Le sue creazioni hanno condizionato stili e comportamenti: si pensi alla rivoluzione dell’iPad.
Eppure il sistema operativo più diffuso rimane un altro.

A proposito di iPad

Qui una discussione interessante sull’iPad e il futuro della rete. Buona domenica a tutti.

Depressione

Navigatori di passaggio su queste pagine, adesso.

Ci voleva Lady Gaga

Lady Gaga si dice a favore della musica scaricata senza troppi scrupoli da internet. E lo fa con un’argomentazione semplice, spiegando che non è più il supporto quello che conta, ma l’evento, il concerto.

I grandi artisti possono fare fino a 40 milioni di dollari per un tour di due anni, i giganti anche fino a 100 milioni. Fare musica, quindi tour: è così che funziona oggi.

Grazie a Tanus.

Carta & web

Pare, secondo gli ultimi esperimenti editoriali italiani, che la carta promuova la carta (e un po’ il web) e che il web non promuova la carta. Cioè che i sistemi di interazione tra sito e giornale non funzionino come quelli, ad esempio, tra giornale e libro o tra giornale e un altro giornale (tipico caso, gli abbinamenti). Ciò perché il cliente del cartaceo è comunque disposto a spendere: se gli offri il quotidiano con un buon libro a otto euro in più, lui paga senza far troppo casino. Mentre il lettore del sito è cristallizzato nel mondo del tutto gratis-subito-e-di-più: se gli offri un servizio che ha a che fare con una sinergia analogica non è disposto a spendere neanche un centesimo.
Lo scenario, come ben capite, non è da sottovalutare. E in più è orfano di capitani coraggiosi.