Pare, secondo gli ultimi esperimenti editoriali italiani, che la carta promuova la carta (e un po’ il web) e che il web non promuova la carta. Cioè che i sistemi di interazione tra sito e giornale non funzionino come quelli, ad esempio, tra giornale e libro o tra giornale e un altro giornale (tipico caso, gli abbinamenti). Ciò perché il cliente del cartaceo è comunque disposto a spendere: se gli offri il quotidiano con un buon libro a otto euro in più, lui paga senza far troppo casino. Mentre il lettore del sito è cristallizzato nel mondo del tutto gratis-subito-e-di-più: se gli offri un servizio che ha a che fare con una sinergia analogica non è disposto a spendere neanche un centesimo.
Lo scenario, come ben capite, non è da sottovalutare. E in più è orfano di capitani coraggiosi.
Conosco persone, a me care, amici e conoscenti, che ormai leggono tutto sul web e schifano serenamente la carta. Mi trovano anacronistico e un po’ fesso, visto che spendo cifre non trascurabili in “prodotti” cartacei. Pur non trascurando il web: ho messo su addirittura uno strano blog. Qualcosa non torna. Nel senso che va, e addio.
Non conosco capitani coraggiosi.
Caporalmaggiori coraggiosi?
Manco soldati semplici.