Di volta in volta, con un crescendo rossiniano, i magistrati sono stati definiti “mentalmente disturbati”, sono stati accusati di essere “l’anomalia del paese” e “la metastasi del paese”, vengono considerati “un cancro da estirpare”, alcuni tribunali sono stati equiparati a “plotoni di esecuzione”.
Ed allora, al fine di evitare che “questa” magistratura, tacciata di essere del tutto inaffidabile e orientata decisamente a “sinistra”, continui ad amministrare giustizia contro il ”Paese” e non per il “Paese”, mirando a sovvertire per via giudiziaria il risultato del voto popolare del 2008, il precedente esecutivo ha pensato bene di mettere mano ad una riforma della giustizia, definita “epocale”, che, se fosse attuata nei termini in cui è stata pensata, appare non tanto una opera di restyling del Capo IV della Carta Costituzionale quanto, in realtà, un divisato e definitivo regolamento di conti con la magistratura da parte del potere politico.
Nel ventesimo anniversario della strage Falcone, il presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta non le manda a dire. Oggi su diPalermo.