Eravamo quattro amici al Gds

Uno dei pregi dell’età che avanza è che la memoria comincia a somministrarti ogni giorno, a tradimento, qualche storia passata che, per similitudine o contrappasso, ha un aggancio col presente. Ed è sempre un misto di nostalgia e di orgoglio, nostalgia per quel che è stato, orgoglio per quel che sei stato. Comunque una sensazione piacevole, costruttiva perché ti spinge a guardare avanti con rinnovato vigore.
Ieri, ad esempio, parlando con un caro collega mi è venuta in mente non una storia precisa, ma una concatenazione di flash che sono il film di un lungo momento umano e professionale.
Siamo intorno alla metà degli anni Novanta, al Giornale di Sicilia di Palermo. Siamo in quattro – io, Francesco Foresta, Armando Vaccarella e Giovanni Rizzuto – e siamo (diventati) il motore del giornale. Siamo molto diversi tra noi, viviamo assieme fisicamente una decina di ore al giorno, a volte di più. Io sono quello più rissoso, Giovanni è il più trasversale (infatti è con lui che mi scontro sempre), Armando è il più spassoso e il sommo maestro di affettuoso cinismo, Francesco è la mente politica del gruppo poiché, strategicamente, è già dove gli altri devono ancora arrivare. I flash che mi vengono in mente riproducono quattro situazioni diverse e distanti che – se volete – potete leggere come un unico film.

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Maledetti maratoneti

Strade chiuse per il passaggio dei circa 1.700 atleti che hanno partecipato alla Maratona Città di Palermo, che però hanno creato non pochi disagi agli automobilisti…

Così sul Gds si riassume la domenica della Maratona di Palermo. A poco o nulla vale sgolarsi ogni anno per ricordare che in tutte le città del mondo la maratona è una festa, o per ribadire agli improvvisati cronisti che in simili competizioni sportive sono gli automobilisti che creano disagi ai runner e non viceversa. Niente da fare, è questione di incultura cronica e disperata.

Curva pericolosa

Una fotogallery del Gds è dedicata alla bella ragazza che vedete sopra, Giuliana Galvano diciottenne di Agrigento, che – informa – il sito è “buongustaia con la passione per i tg”. Ora, a parte l’accoppiata cibo-tv che ricorda altre originali sinergie come caffè-sigaretta (bleah!), giornale-gabinetto, doccia-shampoo, assisto al pericoloso riproporsi di una location non nuova ai lettori di questo blog.
Vogliamo dire una volta per tutte che i binari della ferrovia non sono il posto migliore per mettersi in posa (pure a piedi scalzi)? Specialmente, come in questo caso, nei paraggi di una curva?

Giornalisti e rapporti plurimi

C’è una singolare crociata del Giornale di Sicilia per il rispetto del contratto di lavoro dei giornalisti, anzi per il rispetto di un articolo in particolare, il numero otto, che riguarda i cosiddetti “rapporti plurimi” (niente a che fare col sesso). L’articolo in questione recita nella sua parte finale:

… In ogni caso il giornalista non potrà assumere incarichi in contrasto con gli interessi morali e materiali dell’azienda alla quale appartiene.

E quali sono questi incarichi che arrivano a intaccare gli interessi morali e materiali dell’amorevole azienda mamma, mammella e chioccia? Si chiamano collaborazioni e rappresentano la principale (o spesso unica) forma di guadagno per centinaia di giovani giornalisti che non hanno un’assunzione.

Funziona così: siccome un articolo il GdS lo paga due, tre o quattro euro, il povero collaboratore si fa un mazzo così per arrivare a pubblicarne – quando è bravo e benvoluto – una decina ogni due settimane e per raggranellare i suoi ottanta euro mensili lordi. Va da sé che il medesimo collaboratore non campa d’aria ed è lecito che abbia lo stesso appetito di un caporedattore o di un direttore: deve mangiare pure lui, magari non le aragoste appena arrivate da Mazara, ma un piatto di pasta e un panino al giorno gli devono essere concessi. Diciamo che, se non esagera, se la cava con una spesa di centocinquanta euro al mese. Soldi che bastano – è bene ricordarlo –  soltanto per un panino e un piatto di pasta. Roba da “Boccone del povero”.

Gli euro pagati dal Giornale di Sicilia coprono appena il cinquanta per cento delle spese vitali.

Il collaboratore è quindi costretto a intensificare le sue collaborazioni. E mica può andarsele a cercare in giro per il mondo o nei grandi gruppi editoriali. Lui non è (ancora) una grande firma, deve farsi le ossa con le realtà locali.
Se è fortunato riesce a inserirsi in altre redazioni, di mensili e siti web, che lo pagano e gli consentono di raggiungere i famosi centocinquanta euro del minimo vitale.

Bene, sapete cosa fa il Giornale di Sicilia?

Diffida il collaboratore, in virtù del contratto di lavoro, a scegliere:  il GdS o il mensile,  ottanta miseri euro al mese o pussa via.
In tal modo il collaboratore si ritrova, come si dice, cornuto e bastonato: viene trattato come un giornalista assunto a tempo indeterminato pur non essendolo; gli viene caricato sul groppone un dovere che non corrisponde a un diritto che lo ripaghi adeguatamente.

L’enormità dell’ingiustizia è talmente palese che non servono sommi sindacalisti o giuslavoristi blasonati per dirimere la questione. Ci vogliono soltanto un Ordine dei giornalisti  e un’Associazione della stampa che capiscano che questa da oggi è la loro missione principale: tutelare i deboli, schierarsi in modo chiaro ed efficace, mettere in coda le beghe da cortile e agire su tutti i fronti. Su quello sindacale, su quello politico e su quello giudiziario.

Il contratto di lavoro non è stato scritto per affamare la gente, ma per evitare le ingiustizie.

Amore e dintorni

Smettiamola con ‘sta storia del partito dell’amore. Quello vero era una cosa meravigliosamente insulsa.

P.S.
Il titolo del post sembra ispirato a una rubrica del Gds, lo so. Chissà… magari lo prendono come un suggerimento.

Ok per gli uomini, ma le cose?

E il link porta per giunta a “Uomini e cose di Siracusa“.

Aggiornamento. Ora Siracusa è diventata Ragusa.

Da Gds.it

Didascalie viventi

Sul sito del Gds, con gran senso dell’umorismo, hanno pensato di ritoccare la foto del direttore e del condirettore in modo da stabilire con certezza chi è il primo e chi è il secondo.

Grazie a una segnalazione di Tanus.

Aggiornamento. La foto è stata ritoccata nuovamente.

Gds 3.0

pepi ardizzone copy

A volte risorgono

Il Giornale di Sicilia ha riattivato, dopo oltre cinque anni, il suo sito. La realizzazione è affidata a un service esterno gestito da due ex giornalisti del quotidiano di Palermo.

Gds, larga la banda stretta la via…

gds

Pare che la lungimirante direzione del Giornale di Sicilia abbia finalmente l’intenzione di riattivare il sito internet del quotidiano. Il giornale di Palermo rappresenta un caso singolare nel panorama editoriale italiano: infatti è forse l’unico dei quotidiani di grande tiratura ad aver abolito il proprio portale, oltre quattro anni fa. E ciò nonostante la crescente fiducia dei lettori nei confronti del mezzo internettiano, la diversificazione degli investimenti delle grandi aziende, le nuove strategie delle concessionarie di pubblicità, la concorrenza agguerrita di altri siti di informazione e, soprattutto, nonostante un inopinato posizionamento nel web che frutta al Gds migliaia di visitatori nonostante il sito sia cieco e muto (ieri erano 1.775, ma ad esempio l’8 settembre erano poco meno di 5.000).
Il nuovo progetto del Giornale di Sicilia online dovrebbe avere qualcosa e/o qualcuno in comune con quello della Stampa.it e i contenuti potrebbero essere affidati a un service esterno costituito da ex collaboratori del quotidiano.

P.S.
L’immagine sopra riproduce parte della ultima home page del vecchio sito del Gds, poche ore prima della sua fine.