Le maschere dell’onorevole saltafosso

cambiovita

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Non è una questione di coerenza, ma di aria che tira. Nello Dipasquale, già sindaco di centrodestra a Ragusa, già deputato regionale per il Megafono e già un migliaio di altre cose, vuole entrare nella grande famiglia del Pd nonostante quel partito gli faccia schifo. Disse proprio così nel 2012 sgolandosi in una pubblica maledizione: “Il Pd fa schifo. È un pugno di pagliacci”. Ora ha chiesto la tessera ai democratici e tenuto conto della propensione all’autolesionismo della sinistra, probabilmente la otterrà presto.
La coerenza non c’entra (…): perché per quella ci vogliono idee da difendere e qui le idee se le porta il vento che soffia e soffia. Nello Dipasquale, che nella sua carriera partitica ha macinato chilometri di retromarce e inversioni a U, è sensibile alla meteorologia. Le uniche correnti che gli destano interesse non sono quelle politiche, ma quelle d’aria. Insomma un onorevole che non si piega, ma tutt’al più sventola. Nel suo universo parallelo – un mondo felice dove tutto è possibile se solo si ha una faccia di ricambio – quando il momento è difficile, non c’è mai un giunco paziente sotto la piena, ma una bella bandiera che gira mentre il vento le fischia intorno. Che sia ponente o supponente, che sia scirocco o tarocco, Dipasquale è forte di una concezione della politica che non prevede memoria, ma solo una fila di attimi fuggenti(…).
Resta il mistero dei suoi elettori, che non sono pochi. Come fa il retromarcista Dipasquale a convincerli di volta in volta che la strada buona è quella che non ha imboccato? Come riesce a non far deragliare, tra mille curve, queste vagonate di consensi?
Chissà. Forse la risposta è scritta nel vento che soffia e soffia.

Ok per gli uomini, ma le cose?

E il link porta per giunta a “Uomini e cose di Siracusa“.

Aggiornamento. Ora Siracusa è diventata Ragusa.

Da Gds.it

Cose di famiglia

Quest’uomo fino a pochi anni fa pesava quasi novanta chili e fumava come una ciminiera. Un giorno, distrattamente, mi chiese qualcosa sulla corsa. Io, reduce da una mezza maratona a Roma, gli girai le tabelle di allenamento di Pizzolato.
Lui smise di fumare e cominciò a correre. Per anni.
Strada facendo, lui ha perso chili e macinato chilometri senza mai fermarsi. In estate e in inverno, con l’afa e con il gelo.
Domenica scorsa ha corso la sua prima maratona, a Ragusa. Ha chiuso il suo dolce calvario di 42 chilometri e 195 metri in 3 ore e 26 minuti. Un tempo eccezionale, credetemi, e non solo per un esordiente della lunga distanza (lui ha già bruciato qualche “mezza” come se niente fosse).
Ecco, a nome di tutti quelli che corrono senza riuscire, a nome di quelli che ci provano comunque inventandosi un’età con lo sconto, a nome di quelli che ogni mattina incrocio sul lungomare con le facce serenamente stravolte volevo complimentarmi con quest’uomo.
Vai Gabriele!
E fregatevene se è mio fratello.