Il flop dell’Isola di Masi

Dando un’occhiata agli indici di ascolto delle principali trasmissioni televisive, il direttore generale della Rai avrebbe tutti gli strumenti per mettere a punto normalissime strategie aziendali. Probabilmente però Mauro Masi se ne infischia di quello che vogliono i telespettatori, perché altrimenti non ci sarebbe motivo di dar tanto credito a Simona Ventura (addirittura chiamandola e lodandola in diretta).
E allora guardiamoli noi, al posto suo, questi indici di ascolto.
L’Isola dei famosi del 2 marzo ha fatto 3.373.000 spettatori, col 12.76% di share.
Il giorno dopo, giovedì 3 marzo, Annozero ha totalizzato 5.677.000 spettatori,  21.23% di share, mentre Ballarò il primo marzo aveva fatto 4.890.000 spettatori, col 17.77% di share.
Per quanto riguarda la fiction, Come un Delfino con Raoul Bova su Canale 5, il  2 marzo ha fatto 7.345.000 spettatori, cioè il  27.09% di share.
Atelier Fontana – Le sorelle della moda, su Raiuno il 28 febbraio scorso è stato visto da 8.894.000 spettatori (29.92% di share).
Ciò significa che il programma preferito di Masi, l’Isola dei famosi, pur costando molto rende poco. In un’azienda senza padrini e mammasantissima verrebbe sospeso immediatamente. Con quel che ne consegue.

Grazie alla Contessa.

Le regole di Masi

Il direttore generale della Rai Mauro Masi ieri ha telefonato in diretta a Simona Ventura per dire che non si dissocia dall’Isola dei famosi, perché a differenza di Annozero rispetta le regole aziendali.
Ieri l’Isola dei famosi ha avuto 3.101.000 spettatori, col 12,36% di share.
La puntata “incriminata” di Annozero invece ha avuto 7.087.000 spettatori, col 25,72% di share.
Nelle regole aziendali di Masi evidentemente non c’è il buon profitto e il culto del risultato.

Grazie alla Contessa.

Bruciate il curriculum

Noemi farà presto un film. Il padre potrebbe diventare un naufrago dell’Isola dei famosi.
Lo showbiz italiano, specializzato nel costruire talenti con materiale di risulta, ha colpito ancora.
Il ragionamento secondo il quale la visibilità rende la persona personaggio trova ancora una volta una sublimazione perversa: ciò che è qualunque diviene automaticamente speciale se ci si muove ben al passo con la cronaca.
Giovani attori che perdete tempo con accademie e teatrini di periferia, aspiranti cineasti che fate le ragnatele nelle anticamere dei produttori, promettenti sceneggiatori che vi ostinate a studiare, lasciate perdere.
Non serve un buon curriculum per ottenere una scrittura e un lauto compenso. Basta essere al posto giusto con l’atteggiamento sbagliato.