Beethoven visto da un computer

Beethoven come non lo avevate mai visto.
beethoven

Canzoni stonate

Pare che Povia abbia scritto una canzone su Eluana Englaro. Non vedo l’ora di essere smentito.

Se anche Dio (o chi per lui) balla

Non ho dimestichezza con l’argomento, ma questo è per me un vero matrimonio da sogno.

Idem per il divorzio (il video è ovviamente una parodia).

Visto su Wittgenstein.

La vita è tutta scale

World Science Festival 2009: Bobby McFerrin Demonstrates the Power of the Pentatonic Scale from World Science Festival on Vimeo.

Guardate e ascoltate. Chi ha un minimo di confidenza con la musica troverà la risposta al perché la scala pentatonica è il sale della vita. Chi non ce l’ha, forse capirà quel che si è perso.

P.S. Provate a mettervi nei panni del pubblico e a cantare, potreste sorprendervi.

Visto su Giavasan.

Tuka tuka

Soda caustica

di L’Avvelenata

Loredana Lecciso ha dichiarato qualche giorno fa di essere una donna nuova.
Adesso canta per l’estate. Il “Tuka Kulos“.
Con buona pace del “Que te la pongo” intonato da Pamela Prati.

Forza Rino

Rino Martinez

Rino Martinez è un artista senza troppa fortuna. Ha cantato e suonato dovunque e non sempre le sue produzioni sono state degne di nota. Tuttavia è un artista cocciuto e ammirevole: ha visto per sé una strada e l’ha percorsa senza mai un indugio. I risultati sono negli occhi di chi guarda, nelle orecchie di chi ascolta.
Ma non è del cantante che voglio occuparmi.
Da qualche anno Rino è un missionario laico che ha fatto dell’Africa la sua terra di elargizione: le ambizioni dell’artista sono state impacchettate, come si fa con i tappeti d’estate, e messe in cantina. Perché c’era altro di cui Rino Martinez voleva occuparsi: popolazioni azzoppate dalle carestie, minoranze etniche cancellate dalle guerre, tribù affamate dai totalitarismi.
Uno che molla tutto, persino il poco che ha agguantato in anni e anni di eterna gavetta, uno che si sbatte per un vantaggio che non è il suo, uno che usa la religione nel migliore dei modi, cioè come benzina per il motore delle sane intenzioni, dovrebbe essere di per sé notizia, reportage, titolo, commento, foto e didascalia. Uno che vive e sopravvive per portare avanti il progetto folle e rivoluzionario di dare a chi non ha, meriterebbe l’onore della popolarità (quella vera e genuina).
A Palermo tutti dovrebbero sapere chi è Rino Martinez (e non sarebbe male che la voce si diffondesse anche nel “continente”): uno che piccona senza sosta contro il muro del nostro egoismo.
E tutti, appreso della malattia vigliacca che adesso vorrebbe metterlo all’angolo, dovrebbero sbracciarsi, scrivere o gridare: Forza Rino, sbrigati a guarire.

L’innovatore infelice

michael-jackson

Ora qualcuno vi rimbambirà con la storia della rockstar maledetta, sfruttata e incompresa. Chi invece con Michael Jackson è nato, cresciuto e invecchiato sa bene che le cose sono andate diversamente.
Jacko era un genio della musica, calcolatore e furbo. Un uomo forte della sua debolezza e delle sue debolezze. Un artista incapace di piegarsi alle ragioni dell’umana convivenza: il culto della parte proibita di sé, la distanza da un aspetto fisico legittimo, la droga della solitudine.
Jackson ha suonato, cantato e arrangiato pop, R&B, funk, soul, disco, dance. Ed è stato il più bravo. Prima che le classifiche musicali fossero monopolizzate dai grandi circuiti radiofonici, ha piazzato i suoi album ai vertici e ha costretto la storia ad occuparsi di lui, almeno come recordman (Thriller è ancora l’album più venduto di tutti i tempi).
Non è stato incompreso, ha voluto essere incomprensibile per tutto ciò che stava fuori dalla sua musica. Tanto lineari erano le sue architetture armoniche, tanto aggrovigliate apparivano le sue vicende personali.
Michael Jackson era, per sua stessa scelta, un innovatore infelice, un folletto deluso dalla propria bizzarria. Nei suoi piani – ne sono certo – non c’era la felicità, ma l’invenzione.
Forse se n’è andato troppo tardi.

Il jazz sul bus

Musica sull’autobus a Palermo. Oggi, dalle 18 alle 20, sulla linea 101 in partenza da piazza Alcide de Gasperi, il “Carla Restivo Trio” (Carla Restivo al sax alto,  Carlo Purpura alla chitarra acustica, Federico Gueci al basso) suonerà jazz.
Mi pare una buona notizia per due motivi: primo, ascoltare musica è sempre un bel modo di impiegare il tempo; secondo, il concerto non costa nulla all’Amat perché è offerto dall’associazione siciliana “Musica insieme”.

Il mio amico Giovanni

le-5mila-lireUna banconota da cinquemila lire spezzata in due.
Venticinque anni fa.
Una parte a me, una parte al mio amico Giovanni Caminita. Lui partiva per l’Olanda, inseguiva il suo talento di musicista. Io restavo a Palermo, appendevo la chitarra al chiodo e inseguivo un altro mestiere.
Le due mezze banconote erano il simbolo di un’amicizia eterna.
La mia quota di ricordo cartaceo è andata smarrita non so come, non so quando.
La sua c’è ancora. Ieri me l’ha mandata via e-mail (la vedete sopra) per ricordarmi chi siamo stati e chi siamo ancora.
Confesso che mi sono scese due lacrime.
Grazie, caro Giovanni. Per aver preservato dalla distrazione anche la mia parte di affetto.

P.S.
Giovanni Caminita lavora in Olanda con Marco Borsato, che è un idolo delle folle del suo Paese. Ho a casa un dvd di un suo concerto che farebbe impallidire qualunque cantante italiano per arrangiamenti, coreografie e pubblico.

P.P.S.
Scusatemi per l’uso privatissimo di questo mezzo. Probabilmente chi di voi ha la fortuna di avere amici sinceri (e lontani) capirà.

Canta la notizia

Visto su Wittgenstein.