Prestazioni gratuite

E se lo dice Lansdale.

Domanda: c’è la stessa soddisfazione a leggere gratis?

Le storie che mi interessano

Illustrazione di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

di Fabio Casano

Io preferisco le storie che parlano sentimenti. Sentimenti duri come le pietre, che nemmeno il tempo, il caso, la volontà degli altri riescono a scheggiare.
Mi piace la schiettezza di Bianciardi, la lucida disperazione di Fenoglio, il senso di vuoto allo stomaco che mi ha lasciato “La Storia” di Elsa Morante.
Mi piacciono i personaggi che possiedono una propria dignità  mentre vanno al patibolo (in senso figurato), gli eroi infelici, le donne complicate, i ragazzi tormentati.
Mi piacciono i personaggi di Fiesta. Mi piace l’amore non detto, la dignità silenziosa, la ricerca della felicità.
Mi piacciono le storie di Jorge Amado: poche righe e sono in un nuovo mondo. Mi piace il suo sarcasmo, la magia, l’amara irrealtà.
Mi piacciono quelle storie in cui i personaggi non parlano tanto, ma quando finisce il racconto, ti accorgi che è passata una vita.
Mi piace Carver, la sua quotidianità, così ordinaria, ma così drammatica allo stesso tempo. Pagherei miliardi pur di bere anis alla stazione di “ Colline come Elefanti Bianchi”.
Mi piacciono le storie che parlano di viaggi, di strade, di nuovi posti, alcuni dei quali non esisteranno mai, tranne che nei nostri cuori.
Kerouak, ma anche William Least Heat Moon che con le sue strade blu ha creato una nuova geografia della mia anima. E anche il vecchio Borges, con il suo “Aleph”.
Mi piacciono le storie in cui si parla di musica, e anche se non si parla di musica assomigliano a quelle canzoni che, quando finiscono ti ritrovi a canticchiare sotto la doccia.
Mi piace essere il re delle classifiche d’ogni genere come il Ray di “ Alta Fedeltà” di Hornby, il verificatore dei fatti di una rivista radical chic nelle “Mille luci di New York” di Jay McInerney, l’adolescente tormentato che ritorna a casa per le vacanze di Natale in “ Meno di Zero” di Brett Easton Ellis.
Mi piace l’assolo di sassofono alla Ornette Coleman, che fa da sottofondo a “ Il Giovane Holden”.
Mi piace sapere che per ogni storia che leggo, ne restano milioni ancora da scoprire e che non basterà tutta la vita a conoscerle tutte…


Romanzi sopravvalutati

Acrilico su carta di Gianni Allegra (inedito, 2005)
Illustrazione di Gianni Allegra (acrilico su carta, inedito, 2005)

Proviamo a fare un gioco. Quali sono, secondo voi, i romanzi più sopravvalutati? Bastano due titoli. Per aprire le danze (e le polemiche) dico subito la mia: “Il giovane Holden” di J. D. Salinger e “La strada” di Cormac McCarthy (e questa per gli affezionati di questo blog non è una sorpresa).

Pensieri e parole (scritte)

Dall'album su Flickr di Cinzia Zerbini
Da Flickr, foto dell'autrice

di Cinzia Zerbini

Una volta, imbottigliata nel traffico, presi il giornale e iniziai a leggere. Dopo pochi minuti gli automobilisti dietro di me cominciarono a suonare come pazzi inveendo per questa tizia (io) che anziché scattare al minimo spiraglio di strada libera stava con il quotidiano aperto sul volante.
Così mi venne un’idea.
Sarebbe carino, pensai, se pagando anche una piccola cifra ci fossero i “lettori di strada”:  persone che per mestiere leggono accanto a te e ad alta voce nel tragitto casa – lavoro. Sarebbe un po’ il rovesciamento dei ruoli autista – trasportato. In mezz’ora un bravo lettore, anche per tre euro, leggerebbe i titoli e gli articoli più interessanti. Da qui alla lettura del libro nel viaggi più lunghi il passo è breve. Sulla Palermo – Catania, che cito per l’amore che mi lega a questi 190 chilometri, in due ore almeno 60 pagine. Certo, sarebbe preferibile che il lettore non fosse un serial killer e per il suo ritorno ci sarebbero sempre i comodi autobus della Sais. Tutta questa articolata azione potrebbe chiamarsi reading cross.
Un altro pensiero collegato all’idea di cui sopra è  l’house book. Visto che la promozione libraria costa molto, considerato che spesso è difficile organizzare degli incontri nelle librerie, perché non farli nelle case invitando l’autore? E’ un po’ il concetto dell’Avon: dimostrazione, prova, campioncini per testare i nuovi prodotti della casa di cosmetici. In questo caso sarebbe l’autore a fare una vera promozione finalizzata alla vendita o comunque alla diffusione della sua opera.
Poi però penso che molte volte uno scrittore è meglio non conoscerlo perché alla bellezza delle sue parole potrebbero contrapporsi, che ne so, dosi massicce di forfora. Questo però è un pensiero residuo.