Il vantaggio di lavorare per un grande teatro. Poter augurare un buon Natale così.
A tutti, proprio a tutti.
Tag: Buon Natale
La strada
Quando impari che c’è un rosé che ti può piacere, a patto che abbia le bollicine.
Quando pur di arrivare alla fine di un libro scegli di non dormire per una notte intera.
Quando chi c’è c’è e chi non c’è non è un caso che non ci sia.
Quando lo sport non è più schiavitù da endorfine, ma divertimento.
Quando il sentimento diventa una questione tua e solo tua.
Quando tutto si acquieta con Purple Rain e tutto si scatena con Back in Black.
Quando vedi qualcuno parlare di sé in terza persona e ti guardi intorno per capire con chi cazzo sta parlando: e quello se ne accorge.
Quando per prendere una decisione (più o meno importante) la prima riunione che convochi d’urgenza è quella con te stesso.
Quando hai il privilegio di poter scrivere quello che vuoi, ma scrivi quello che è giusto che tu voglia.
Quando gli amici non si contano, ma si pesano.
Quando i programmi dei comici sulla politica sono quelli televisivi e non quelli di governo.
Quando ti decidi a esercitare il tuo diritto al non perdono.
Quando perdoni e non sai bene perché, ma è forse un effetto delle scie chimiche.
Quando hai una minima occasione per esercitare un potere e la prima cosa che ti viene in mente è fare qualcosa che faccia sghignazzare chi ti sta intorno.
Quando magari ti piace essere riconosciuto, ma ancora di più mimetizzarti.
Quando una ruga non è più una rottura di coglioni, ma la cicatrice di un’infinita risata.
Quando le chiamate non risposte non ti danno più ansia.
Quando l’invidia è solo il refuso di un’insalata.
Quando sei pronto per il giro del mondo e manca solo per il mondo che non ti ha ancora proposto un programma compatibile con la tua Millemiglia.
Quando la bontà non è interessante se non c’è una persona debole di mezzo.
Quando l’ex potente che non ti ha mai salutato ti chiede un piccolo favore, e tu glielo fai col sadismo di chi vola alto ma mira al di sotto della cintola.
Quando la migliore parola non è quella che non si dice.
Quando la migliore parola non è quella che si vuol sentire dire.
Quando la libertà prevede una sola eccezione, essere padroni di se stessi…
… allora la strada è quella giusta, questo so.
Buon Natale, cari.
L’unico augurio
Gli auguri di Natale sono come le opinioni sulla Nazionale di calcio, ognuno crede di avere l’illuminazione giusta. Però me ne frego e sarò breve.
È stato un anno complicato, denso di emozioni, pieno di cose, alcune delle quali non mi mancheranno. Un anno di resistenza e di avventure. Un anno di soddisfazioni e di errori. Ci siamo fatti belli su Instagram, siamo apparsi intelligenti su Twitter, abbiamo stretto amicizia su Facebook, e poi magari non ci siamo rivolti la parola per ore mentre eravamo seduti accanto. Abbiamo sognato la fuga quando la vera trasgressione era rimanere, e ci siamo dimenticati che, non a caso, amare e lottare hanno in comune una cosa che si chiama passione. Ci siamo concentrati su piccolezze che meritavano poco meno di un pensiero flash e ci sono sfuggiti attimi preziosi che purtroppo non torneranno più.
Siamo stati forti, spesso inutilmente.
Ci siamo creduti furbi, spesso inutilmente.
Ci siamo sentiti utili, spesso inutilmente.
Non ci siamo confessati abbastanza che, in fondo, anche per arrendersi ci vuole coraggio. Molte cose abbiamo fatto credendo, in realtà, di farne altre. E in questa confusione di intenzioni, obiettivi, ambizioni interconnesse e speranze sconnesse abbiamo cercato di diluire le nostre debolezze senza capire che l’unico augurio sincero e dal pratico effetto è, in fondo, chiedere scusa.