Non siamo alberi (purtroppo)

Gli alberi hanno sempre esercitato un grande fascino nei miei confronti. Da bambino ci saltavo su e mi ci arrampicavo, da grande mi sono lasciato affascinare dai loro numeri (il più alto, il più vecchio…) e sono andato a cercare in giro per il mondo quelli che andavano omaggiati di persona. È accaduto sulle montagne di casa mia, come sulle Alpi, come in California eccetera…
Gli alberi sono l’ispirazione di una metafora che mi serve per spiegare un concetto universale e ostico, che è perfetto in una frase di Snoopy: “Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi”.
Non siamo alberi, purtroppo.
Perché gli alberi crescono senza curarsi della parte più noiosa di ogni cambiamento, il trasloco.
Perché non conoscono la moneta di ogni mutazione, la responsabilità.
Perché se ardono non urlano, e se anche urlassero non potrebbero arrossire per la vergogna di mostrarsi nudi dinanzi alla resa di un sentimento.
Perché cambiano se stessi senza avere fisime di cambiare il mondo.
Perché se ne fottono di una foglia ingiallita, che non sarà mai come un capello bianco.  
Perché non amano nulla se non ciò in cui hanno radici.
Perché cambiano loro stessi prima che qualcuno o qualcosa li costringa a farlo.
Perché non hanno idee, ma foglie: e con le idee non si fabbrica ossigeno a buon mercato.
Perché sanno che la base di ogni vero cambiamento radicale è la perseveranza.
Perché sono fonte che trabocca e bacino che conserva.
Perché non hanno né invidia né riconoscenza: se si scassano la minchia ti muoiono nel giardino (per chi ce l’ha), se decidono di scassarti la minchia ti sopravvivono riempiendoti di foglie il balcone, il patio, la tomba.

Ecco perché cambiare, per noi non-alberi, è soprattutto un problema di posizione. Pensate a quanto la vostra vita avrebbe risentito di un posto diverso sul divano, di un aperitivo in un altro bar, di una passeggiata sul lungomare anziché in centro, di un sonno prolungato invece di una sveglia anticipata. Siamo dove siamo stati. Con chi è una semplice conseguenza.
Le radici, in fondo, sono solo degli alberi.  

La strada

Quando impari che c’è un rosé che ti può piacere, a patto che abbia le bollicine.

Quando pur di arrivare alla fine di un libro scegli di non dormire per una notte intera.

Quando chi c’è c’è e chi non c’è non è un caso che non ci sia.

Quando lo sport non è più schiavitù da endorfine, ma divertimento.

Quando il sentimento diventa una questione tua e solo tua.

Quando tutto si acquieta con Purple Rain e tutto si scatena con Back in Black.

Quando vedi qualcuno parlare di sé in terza persona e ti guardi intorno per capire con chi cazzo sta parlando: e quello se ne accorge.

Quando per prendere una decisione (più o meno importante) la prima riunione che convochi d’urgenza è quella con te stesso.

Quando hai il privilegio di poter scrivere quello che vuoi, ma scrivi quello che è giusto che tu voglia.

Quando gli amici non si contano, ma si pesano.

Quando i programmi dei comici sulla politica sono quelli televisivi e non quelli di governo.

Quando ti decidi a esercitare il tuo diritto al non perdono.

Quando perdoni e non sai bene perché, ma è forse un effetto delle scie chimiche.

Quando hai una minima occasione per esercitare un potere e la prima cosa che ti viene in mente è fare qualcosa che faccia sghignazzare chi ti sta intorno.

Quando magari ti piace essere riconosciuto, ma ancora di più mimetizzarti.

Quando una ruga non è più una rottura di coglioni, ma la cicatrice di un’infinita risata.

Quando le chiamate non risposte non ti danno più ansia.

Quando l’invidia è solo il refuso di un’insalata.

Quando sei pronto per il giro del mondo e manca solo per il mondo che non ti ha ancora proposto un programma compatibile con la tua Millemiglia.

Quando la bontà non è interessante se non c’è una persona debole di mezzo.

Quando l’ex potente che non ti ha mai salutato ti chiede un piccolo favore, e tu glielo fai col sadismo di chi vola alto ma mira al di sotto della cintola.

Quando la migliore parola non è quella che non si dice.

Quando la migliore parola non è quella che si vuol sentire dire.

Quando la libertà prevede una sola eccezione, essere padroni di se stessi…

… allora la strada è quella giusta, questo so.

Buon Natale, cari.