C’è questo trend della simpatia, tra i politici aspiranti premier. Battute, allusioni, uso degli animali, scenette ai comizi. Come se la simpatia fosse un mestiere che si impara: beh, oggi mi faccio due o tre orette di training con un volumetto di Gino Bramieri.
Il più inefficace degli antidoti contro l’antipatia atavica della politica italiana è l’allegria finta, l’ammiccamento forzato a favore di telecamera. Senza voler fare il nemico della contentezza, credo che quello che oggi serva a un aspirante capo del governo sia la spontaneità, l’immediatezza, non il copioncino mandato a memoria con prestazioni da repertorio dell’Istituto Luce.
Insomma, siamo la repubblica delle banane: a che serve fare le scimmie?
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Un uomo in casa
di Quarant’Ena
Ho sempre pensato che la presenza di un uomo in casa sia indispensabile se, ad esempio, hai dimenticato la caffettiera sul fornello e te ne ricordi mentre sei sotto la doccia. Un urlo, se il soggetto in questione è in stato vigile, lo farà alzare dal divano. Strillerà a sua volta: “Che c’è? Perchè gridi?”. Lo informerai e lui correrà a spegnere il fuoco. E’ inutile dire che non asciugherà il caffè che, nel frattempo, si è versato sui fornelli.
Avere un uomo in casa è d’obbligo se devi mettere una mensola e non sai usare il trapano. E’ utile quando devi spostare un grosso mobile, e così via.
Ma c’è una situazione che più d’ogni altra rende preziosa la presenza di un compagno al tuo fianco. Si verifica quando un animale, che sia uno scarafaggio o un topino (se abiti in campagna), entra in casa. In quel frangente l’intervento del maschio umano è una garanzia per il tuo sistema nervoso.
Poi un giorno sei sola e vedi un geco in cucina. Dalla mole capisci che è il nonno di tutti i gechi che popolano i balconi dei dieci piani sottostanti.
Lo guardi. Ti guarda.
Sudi e non sai perché, visto che gli organi vitali sono congelati perché proprio dei gechi tu hai il terrore. Tutto si svolge in un pochi secondi. Il mocio, (la scopa è troppo lontana) si trasforma in un arma letale e in un fiat, mentre la coda continua a ballare, lui giace morto stecchito. Accertato il decesso, l’animale viene buttato nell’immondizia.
Questo mi è accaduto.
Ero felice perché avevo raggiunto la certezza di poter vivere senza un uomo. Raccontavo la mia avventura con entusiasmo a una mia amica. Ma lei, inorridita, mi ha detto che uccidere i gechi porta una sfiga infinta.
Così ho capito che quello era un chiaro messaggio della Natura: tu un uomo non l’avrai mai piu.