I forzati della simpatia


C’è questo trend della simpatia, tra i politici aspiranti premier. Battute, allusioni, uso degli animali, scenette ai comizi. Come se la simpatia fosse un mestiere che si impara: beh, oggi mi faccio due o tre orette di training con un volumetto di Gino Bramieri.
Il più inefficace degli antidoti contro l’antipatia atavica della politica italiana è l’allegria finta, l’ammiccamento forzato a favore di telecamera. Senza voler fare il nemico della contentezza, credo che quello che oggi serva a un aspirante capo del governo sia la spontaneità, l’immediatezza, non il copioncino mandato a memoria con prestazioni da repertorio dell’Istituto Luce.
Insomma, siamo la repubblica delle banane: a che serve fare le scimmie?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

4 commenti su “I forzati della simpatia”

  1. La captatio benevolentiae si avvale anche degli animali:la pubblicità la fa da padrona. Anche i
    politici. Ma non porta voti, perchè appare ingannevole e artefatta.

  2. Non pt ottenere qualcosa, non me lo sogno! ma solo per non sentirmi inutile e ignava nei confronti dei cani.

    ps
    come mai non propongono gatti da adottare?

    Chi conosce i gatti la risposta la sa. Nessuno gatto si sarebbe mai fatto abbracciare da berlusconi o da Monti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *