L’approdo del naufrago Cuffaro

La procura di Palermo ha dato parere favorevole all’affidamento di Salvatore Cuffaro ai servizi sociali. Entro Natale quindi l’ex governatore siciliano potrebbe tornare a casa. Non sono tra quelli che si sono mai lasciati ammaliare dal neo-cuffarismo tutto cella e fede (il vecchio cuffarismo era un pericoloso mix di favori e favoreggiamenti, a voler essere benevoli). Però il nuovo corso del Cuffaro detenuto, due mesi fa, mi spinse alla teorizzazione di uno “strabismo sociale”con quel che ne consegue. Sembra probabile un affidamento del detenuto a un’associazione romana di ciechi, tuttavia resto convinto – per passione di nemesi e anche per un certo fatalismo tutto isolano – che il miglior approdo per quello che fu lo zio vasa vasa sia la missione “Speranza e carità” di Biagio Conte.

Cuffaro e il paradosso dello strabismo sociale

salvatore cuffaro

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

La richiesta di affidamento ai servizi sociali da parte di Salvatore Cuffaro è un’occasione importante per portare alla luce un paradosso che potremmo definire di strabismo sociale: molti di quelli che hanno detestato l’ex governatore come politico, lo hanno stimato come detenuto. E ciò perché l’ex governatore si è comportato bene in carcere e perché non ha mai offeso i giudici che lo avevano stangato con una condanna di sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio. Il “senso dello Stato” attribuito al Cuffaro galeotto è insomma il frutto della sua semplice accettazione della pena, deriva dal suo inchinarsi davanti alla legge degli uomini e ha provocato, nel tempo, un imbarazzante ricorso al surrogato della santificazione in vita che ha più a che fare con l’ipocrisia che col sentimento della pietà. Continua a leggere Cuffaro e il paradosso dello strabismo sociale