In fondo

Copia di sochi sci di fondo

Olimpiadi invernali di Sochi. Questa foto (memorabile) scattata al traguardo della dieci chilometri di sci di fondo della combinata nordica spiega ai non addetti il senso di fatica olimpica.

Iu scpero di grandi stasgioni

Dura la vita estiva dei giornalisti sportivi. A parte i più fortunati, che si fanno la vacanza pagata nelle località montane in cui le squadre di calcio sono in ritiro, tutti gli altri devono impastare e cuocere le dichiarazioni di ragazzotti appena sbarcati in Italia e imbandire pagine e pagine su concetti gonfi d’aria come un pallone. “Iu scpero di grandi stasgioni e moltissima gol”, diceva ieri in tv un aspirante goleador importato dal sudamerica da non so quale società. E il concetto è fotocopiato, e fotocopiabile, in ogni intervista di ogni calciatore di ogni nazione (gli italiani parlano anche peggio di un centravanti serbo che non ha mai messo piede nel nostro Paese).

1) Siamo qui per vincere.

2) Abbiamo fiducia nel mister.

3) Serve coesione.

4) Darò il massimo per il mio pubblico.

E’ così da sempre. O almeno da quando il calcio ha monopolizzato i neuroni dell’italiano medio in vacanza. Per fortuna oggi iniziano le olimpiadi e le parole torneranno a valere per quello che sono. Aria fritta. E pure male.

Olimpiadi, il valore di un no

Il no di Monti alle Olimpiadi di Roma testimonia il valore di qualcosa che la politica aveva dimenticato, e cioè la prudenza. Dopo anni di promesse spericolate, di finti investimenti, di strategie criminali, di stanziamenti alla cieca, si riesuma il valore di un semplice, motivato, rassicurante no.
Chi si sgola per gridare allo scandalo oggi, probabilmente dimentica o fa finta di dimenticare che la gestione di grandi e piccoli eventi ha fornito, nei decenni scorsi, appiglio a scalatori spregiudicati della finanza pubblica.
Se siamo con le pezze al culo è anche perché i nostri amministratori sono stati prodighi di sì, sì e sì: come quel tale che al ristorante ordinava tutto, tanto non pagava lui, e tanto mangiò che fini all’ospedale. Solo che loro hanno delegato la degenza a noi.

Caduta di stile (libero)

La Pellegrini si rifiuta di portare la bandiera alle olimpiadi: troppa fatica. Dimostrazione lampante del fatto che il cervello non è un muscolo.

Chiacchiere e distintivo – 2

Pare che Palermo e la Sicilia abbiano fatto una figura di melma commettendo banali errori nel presentare la candidatura alle prossime olimpiadi.
Il difetto di certi nostri politici non è pensare in grande senza prima mettere in funzione il cervello, bensì ostinarsi a pensare illudendosi di farlo col cervello. Fuori di metafora, per evitare il nascere di idee del genere sarebbe opportuno blindare le mutande di alcuni di questi personaggi.

Olimpiadi a Palermo? Strano

Mi ha detto mio cuggino che Palermo si candida alle Olimpiadi del 2020 e mi è andato il boccone di traverso. Poi mi ha detto che per certe notizie ci vuole proprio un assessore strano e ho ricominciato a respirare. Quando mi sono ricordato che Strano è un cognome mi sono ripreso del tutto. E ho detto: ancora vino, per favore.