Palermo, un fiume di immondizia

La tassa sull’immondizia quest’anno dovranno venirla a riscuotere direttamente a casa mia. Così li potrò prendere a calcioni.

Anche

Riassumendo: la giunta comunale di Palermo raddoppierà agilmente l’Irpef, grazie a un provvedimento ad hoc del governo nazionale, per cercare di mettere una toppa al bilancio dell’Amia.
Il sindaco, tale Cammarata Diego, ha parlato di “scelta obbligata per gestire l’emergenza rifiuti nel miglior modo possibile”.
Il “miglior modo possibile” sarebbe stato invece quello della chiarezza. E la chiarezza spesso non è complice della sintesi.
Quindi, per quel che immagino io,  Cammarata avrebbe dovuto dichiarare una cosa del tipo:

Cari concittadini, dal momento che il buco dell’Amia è causato anche da una precedente gestione dissennata, che coinvolge anche persone che purtroppo conosco bene, è necessario un aumento delle tasse, anche perché la procedura legale per ottenere un risarcimento dai precedenti dirigenti sarebbe troppo lunga. Mentre il disastro è vicino. E comunque, anche per non impantanarci in tediosi cavilli giuridici, anziché muovere una pubblica accusa nei confronti degli ex tenutari… pardon, dirigenti dell’Amia, ho preferito chiedere a voi, cari concittadini, quegli spiccioli che ci servono anche per mandare avanti la baracca della raccolta dell’immondizia.

Però il mio dilemma è: mancano la chiarezza e la sintesi o anche qualcos’altro?

Not in my name

Città immondezzaio: il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, si scusa coi turisti a nome di tutti i palermitani. Due domande, che non mi sono posto soltanto io.
Perché scusarsi coi turisti e non anche coi cittadini?
Perché scusarsi a nome di tutti i cittadini quando solo alcuni di loro hanno causato questo schifo?

Sincerità

Vincenzo Galioto, ex presidente dell'Amia, oggi senatore del Pdl
Vincenzo Galioto, ex presidente dell'Amia, oggi senatore del Pdl

Qualche anno fa l’amministratore di un piccolo ente palermitano collegato alla mammella della Regione andò in missione a Milano e per quei tre-quattro giorni di business meneghino pensò bene di affittarsi una Ferrari, ovviamente non a spese sue. Quando un magistrato lo mandò a chiamare e gli chiese conto e ragione di quella scelta, la risposta fu: mi serviva un mezzo adeguato per muovermi e non ho trovato un’alternativa migliore.
La semplicità disarmante con la quale si cerca di lavare l’onta di un atto illecito è una costante nelle piccole storie di malaffare. E, se ci pensate un attimo, ha un che di sincero. Tutti questi personaggi che affollano le cronache degli sprechi comunali, degli imbrogliucci di sottogoverno, sono figli della raccomandazione, della vita facile per grazia ricevuta. Scorrete i nomi della vicenda Amia: c’è un mondo di parentele politiche, di scambi di “cortesie”, di posti giusti creati sullo stampo dell’uomo giusto. Ieri presidente, oggi senatore, domani comunque pensionato di lusso. Non è criminale per queste persone spendere decine di migliaia di euro del contribuente in alberghi di lusso negli Emirati Arabi. Non è disdicevole cenare a spese nostre con aragoste e champagne nei migliori ristoranti del mondo. Non è ridicolo farsi rimborsare da noi i soldi delle sigarette e del frigobar. E’ anzi naturale, semplice come semplice è stata la loro scalata all’ente di cui prosciugano le casse.
Dobbiamo capirli, dobbiamo immedesimarci: sono lavoratori senza gli anticorpi della fatica. Nel loro mondo l’occasione non fa l’uomo ladro, ma furbo. Il ritegno e la dignità non si misurano, si addentano. Magari seduti davanti al tramonto di un cinque stelle extralusso di Dubai.

La favola del sindaco invisibile

Gianni Allegra per i lettori di questo blog
Gianni Allegra per i lettori di questo blog

Con un atto di ammirevole coraggio, il sindaco di Palermo Diego Cammarata è apparso in pubblico per raccontare alla popolazione una favola di Natale travestita da messaggio di fine anno. Coraggio sì, e anche un’indomabile fantasia. Il primo cittadino, smessi i panni magici che ne fanno un eroe dell’invisibilità, ha affrontato con determinazione tutti i punti dolenti della sua amministrazione.
I conti sballati che rischiano di portare il comune al tracollo sono un’invenzione della magistratura contabile, comunista, controrematrice e deviata (i colonnelli della P2 erano la Banda Bassotti al confronto).
Il pasticciaccio delle Ztl è stato causato dall’assenza di Put (che non è quello che potreste pensare, ma l’acronimo di Piano Urbano del Traffico): che volete che sia aver riscosso il pagamento di un balzello senza un’adeguata copertura normativa?
L’immondizia che inonda le strade è in realtà un metodo per limitare l’inquinamento: più difficile la circolazione, meno auto in giro.
L’azzeramento di manifestazioni culturali è una strategia per rilanciare l’economia dei bar (Ficarra e Picone insegnano): perché perdere tempo con una mostra quando con un paio di cocktail Martini si viaggia con la fantasia che è un piacere?
La stabilizzazione dei precari è irrinunciabile: se si mandano a casa 3.500 lavoratori che per di più tengono famiglia, come si gestisce il consenso elettorale? L’unica politica del rigore conosciuta è quella di certi arbitri che fischiano a casaccio…
Infine il sindaco Cammarata ha chiuso la sua esibizione cantando: “A mille ce n’è, nel mio mondo di fiabe da narrar…”.
Applausi e brindisi, dicono. Sul brindisi nessun dubbio.