di Verbena
Non confondeteli con gli snob. Sono un’altra cosa. I radical chic hanno le loro regole e si guardano bene dal confessarselo a vicenda. Hanno la loro cucina, la loro musica, i loro tic. I loro accenti tonici e acuti, il loro sesso e la loro castità. Pure i loro vizietti hanno, i radical chic. Mi dicono che io sia una di loro. Ma non ne sono poi così convinta.
I radical chic…
Il logo della Apple, anche incollato sulla Moleskine.
Sofri padre, Sofri figlio, Gassman nipote.
La bella scrittura, la sana frittura, la tv iattura.
Mai provato il miele di acacia sul pecorino di fossa?
Fazio, Littizzetto, il Comunicattivo.
No alle griffe, si al vintage (di lusso).
Il pilates e il tantra (lo yogi si è formato in India).
Truffaut, Corto Maltese, gli Abba.
No al fondotinta satinato, si al kajal verdeblu.
Mai provato lo spezzatino di seitan?
Hemingway, Murakami, i poeti francesi.
Il cavatappi Alessi e la macchina del pane.
L’erba buona, il vino buono, il sesso buono.
Scalfari, Mina, Guzzanti (Sabina).
Cuoio, seta, cachemire.
Sushi, sashimi e tofu.
I senza dio, la frutta bio.
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