Il paradosso di un Comune che è torturatore sociale

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Il paradosso è istruttivo, ma non è divertente perché ci sono di mezzo i nostri soldi e la credibilità di una amministrazione pubblica quantomeno distratta: prima di illustrarlo, però, occorre avere chiaro lo scenario in cui ci si muove.
Molti cittadini in questi giorni si stanno dannando per pagare la Tares, cioè il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Tra errori di calcolo e cartelle pazze, i contribuenti devono faticare non poco a tenere i nervi saldi dal momento che quest’anno si trovano sul groppone anche la Tarsu. E soprattutto devono riuscire ad arrivare a versare l’acconto entro il prossimo 15 settembre. Cosa non facile poiché è necessario andare di persona alle Poste o in banca ed è impossibile pagare online, come invece si fa con altri tributi. Inoltre per il saldo, che dovrà essere versato entro il 15 novembre, il Comune informa che manco il bollettino verrà inviato e che il cittadino dovrà procedere in autoliquidazione (un termine che richiama più una pratica suicida che la materia fiscale) “tramite un apposito sistema online sul sito web istituzionale”.
Ed eccoci al paradosso. Il Comune di Palermo non dà la possibilità di pagare online, ma impone al cittadino di calcolarsi le tasse online. Insomma chiede al contribuente di usare il computer a metà, in un atto di modernità incompiuta e pure un po’ grottesca.
(…)
Il sottoscritto il 2 settembre ha inviato un’e-mail per avere chiarimenti all’indirizzo di posta elettronica di quello che nei documenti ufficiali viene identificato come “ufficio preposto” (settoretributi@comune.palermo.it), ma non ha ancora ricevuto nulla. E coi i tempi di scadenza ristretti non è roba da poco. A un lettore di Repubblica che chiedeva perché non poteva pagare con l’home banking, sempre da quell’ufficio hanno risposto: “Perché non siamo a Stoccolma”. E’ vero ed è una fortuna solo per il comunale “preposto”: probabilmente in Svezia a uno che dice una cosa del genere lo rispediscono a casa.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Il paradosso di un Comune che è torturatore sociale”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *