Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.
Il paradosso è istruttivo, ma non è divertente perché ci sono di mezzo i nostri soldi e la credibilità di una amministrazione pubblica quantomeno distratta: prima di illustrarlo, però, occorre avere chiaro lo scenario in cui ci si muove.
Molti cittadini in questi giorni si stanno dannando per pagare la Tares, cioè il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Tra errori di calcolo e cartelle pazze, i contribuenti devono faticare non poco a tenere i nervi saldi dal momento che quest’anno si trovano sul groppone anche la Tarsu. E soprattutto devono riuscire ad arrivare a versare l’acconto entro il prossimo 15 settembre. Cosa non facile poiché è necessario andare di persona alle Poste o in banca ed è impossibile pagare online, come invece si fa con altri tributi. Inoltre per il saldo, che dovrà essere versato entro il 15 novembre, il Comune informa che manco il bollettino verrà inviato e che il cittadino dovrà procedere in autoliquidazione (un termine che richiama più una pratica suicida che la materia fiscale) “tramite un apposito sistema online sul sito web istituzionale”. Continua a leggere Il paradosso di un Comune che è torturatore sociale