Che pena

Che pena vedere un signore di 74 anni discettare dei propri rapporti sessuali promiscui, delle proprie amicizie con minorenni, con puttane.
Un signore che è presidente del Consiglio e che invece che di provvedimenti legislativi si occupa di ragazzine.
Un losco figuro che non governa e non si governa.
Uno che invoca la punizione per i magistrati che lo inquisiscono e che organizza la guerriglia  mediatica contro lo stato di diritto.
Uno che, infischiandosene del suo ruolo istituzionale, dà il suo numero di cellulare alle prostitute.
Uno che non si vergogna (almeno) di aver fatto una telefonata che lo mette nei guai per un reato grave come la concussione.
Uno che nelle sue sceneggiate videoregistrate, che gli evitano un democratico contraddittorio, gira intorno alla questione agitando mere scuse procedurali (è competente Monza o Milano? ma che cazzo ce ne frega a noi, l’importante è che un giudice lo giudichi) e non entra mai nello specifico.
Uno che ha capito che personalizzazione dello scontro è l’oppio del diritto.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

4 commenti su “Che pena”

  1. non è solo un signore di 74 anni, ma è un padre ed un nonno!
    un nonno che piuttosto che passare il suo tempo libero a giocare coi nipotini, invita le loro babysitter ai bunga bunga…

  2. Oddio è ricomparso! Scegliendo la tattica dell’un po’ per volta, il “mitico” Battaglia, fà finta di nulla, evita fischiettando d’intervenire sulle ultime colate di sterco che la vicenda del Berluscoide sta riversando sull’Italia e, poeticamente, posta un commento su Praga.
    I had a dream.

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