All’indomani dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Leonardo Sciascia scrisse un lungo articolo sul Corriere della Sera che, sostanzialmente, conteneva una risposta e un’interpretazione.
La prima era rivolta a Giorgio Bocca.
Secondo lui (Bocca, ndr) io avrei della mafia un’immagine indefinibile, cangiante, misterica, raffinatissima. Troppi aggettivi: e soltanto uno – cangiante – potrebbe cautamente andare; ma a misura di un cangiamento oggettivo, non soggettivo. (…)
Se di questi cambiamenti (di Cosa Nostra, ndr) Bocca non si accorge, nonché dell’intuito di letterato, è sprovvisto dell’intuito di storico (qualche suo libro porta nel titolo la parola storia) e dell’intuito di giornalista. Che peraltro non occorrono, bastando il semplice buon senso (…)
L’interpretazione era, come spesso accadeva, urticante.
Il generale Dalla Chiesa non si proteggeva sufficientemente e accortamente. (…) andava per le strade di Palermo senza protezione e precauzione; ma pare che il dirlo venga considerato un’offesa alla memoria del generale e una remora alla lotta contro la mafia. (…)
Il fatto che Dalla Chiesa si fosse identificato nel capitano dei carabinieri del Giorno della civetta è dimostrazione, piccola quanto si vuole, di quel che pensava di sé e della mafia.
Comunque la si pensi e qualunque sia il giudizio sul letterato e sulle sue parole, credo che oggi manchi una mente in grado di esibire concetti con simili profondità e chiarezza.
Per questo mi permetto di segnalarvi la raccolta delle opere di Leonardo Sciascia, edita da Bompiani.
Sciascia e Bocca. Il gigante e il nanerottolo.
ottimo!
Più di vent’anni fa, nel 1988, Sciascia scrisse anche che Palermo gli appariva come una città irredimibile.
Oggi assistiamo all’operato di un sindaco che nonostante lo scellerato comportamento, dichiara di aver ben governato e che resterà fino a fine mandato.
Si assiste all’operato di una società che perdona il suo dipendente assenteista ingiustificato, commutandogli tre giorni di sospensione (come a scuola).
Si assiste a tanto altro, spesso raccontato in questo blog, che non indigna per nulla la maggioranza dei palermitani, atavicamente abiatuata a non sdegnarsi e abilmente educata ad un assistenzialismo e a una attenzione per il solo proprio tornaconto che, inevitabilmente, alle prossime elezioni, condurrà allo stesso risultato.
E’ il DNA della maggioranza dei palermitani.
Le parole di Sciascia su Palermo mi apparvero allora come una triste sentenza, oggi passata in giudicato.
Sciascia diceva irredimibile Palermo: ma era ottimista.
ottimista e riduttivo
Bel post!
Sciascia e Bocca. Il gigante e il nanerottolo.
Bocca, Feltri e Belpietro.
Il nanerottolo e i vermiciattoli.
Una matrioska chiamata Italia.