Yesterday, a day in the life

beatles-copertina-cd

di Salvo Toscano

Sì, l’ho fatto. Subito. Ieri, 9/9/9, ho festeggiato il mio Beatles day comprando il cofanetto coi dischi dei Fabs rimasterizzati. L’ho preso on line, risparmiando così una cinquantina di euro. Mi toccherà aspettare un paio di giorni per la consegna. Ma poi sarà mio, tutto mio. Sì, mio come i Beatles. Che sono miei. Miei e di qualche altro milione di innamorati sparpagliati per il pianeta. Innamorati mai stanchi.
Non parlo di quelli che, “ah sì, i Beatles, grandi…”. No, io parlo di quelli che sanno canticchiare tutta la linea di basso di Baby you’re a rich man, di quelli che sanno esattamente in quale punto di Hey Jude si sente Paul McCartney smadonnare, di quelli che sanno se quel pezzo di chitarra lo suona George, John o Paul.
Parlo di gente che è capace di ascoltare Abbey road ogni giorno per dieci giorni di fila senza stancarsi mai. Insomma, parlo dei fans nell’accezione letteraria del vocabolo. Fanatici. Senza vergogna di esserlo.
So bene che quest’operazione potrebbe trasformarsi in una delusione. In fondo, George Martin, il papà degli arrangiamenti dei Fabs, non è stato coinvolto. E il purista potrebbe storcere il naso ad ascolto terminato. Forse lo storcerò anch’io. Ma ogni volta che esce una cosa “nuova” dei Beatles, chi li ama non può privarsene. Già solo per l’illusione che i quattro liverpodlians stiano ancora lì con le zazzere in disordine, a suonare e ridere e inventare come hanno fatto nei sette incredibili anni in cui hanno cambiato il corso della musica.
E quando sento mio figlio di quattro anni cantare a memoria e in inglese tutta You never give me your money, penso che forse, sì, ho creato un mostro, ma mi beo della convinzione che sarà un mostro felice. Di quella felicità inesauribile che John, Paul, George e Ringo regalano al mondo da quarantasette anni a questa parte.
Come i campi di fragole, per sempre.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

18 commenti su “Yesterday, a day in the life”

  1. Mi era piaciuta l’operazione di “LOVE”, anche se so che i puristi avevano storto il naso.
    E’ anche vero che il catalogo dei Beatles è uno dei migliori come livelli di rimasterizzazione( con l’eccezione di Magical Mistery Tour), quindi questa opearazione mi sembra biecamente (blu) commerciale.
    Comunque alla fine anche io ho ceduto e anche se non prenderò l’intero cofanetto, mi farò qualche doppione…

  2. Io, nella storica divisione dell’umanità tra seguaci dei Beatles e fan dei Rolling Stones sono decisamente per questi ultimi.
    Però ringrazio Salvo per aver accettato di scrivere in terra straniera della sua fede.

  3. Gery, un po’ come scegliere tra i Duran Duran e gli Spandau Ballet, insomma.

    Not-Not… Notorious!

  4. Mizzica, ecco una delle mie chiacchiere da bar preferite…
    Allora, secondo me la contesa Beatles – Rolling può avere qualche plausibilità. Ma il confronto tra Genesis e Pink Floyd mi è sempre suonato improbabile. Tanto barocchi e primi quanto “geometrici” ma molto più diretti i secondi. Anzi, ho sempre pensato che l’apparentamento dei Pink Floyd alle ampollosità del progressive sia un falso storico. La prima fase dei Pink era di underground sfrenato, con lunghe e allucinate improvvisazioni. A voler trovare un paragone, penso ai Velvet Underground. Barret era di una semplicità disarmante. I presunti preziosismi strumentali e tematici dei Pink Floyd sono tali solo in apparenza. Dark Side parla di cose umane, riconoscibili, gli arrangiamenti sono perfetti ma non astrusi, i testi non si agganciano a elfi, favole o che. Le ultime cose con Waters sono quasi brutali nella loro essenzialità. Animals e The Wall suonano come dischi da strada, da viuzza di quartiere suburbano, quasi una risposta al punk che prendeva piede. Che poi ci sia cura e cesello è un altro paio di maniche. I Genesis, confesso, mi annoiano. Troppo “signorini” e intellettualistici, con quei loro collegamenti alla mitologia (anche) letteraria anglosassone… Troppe variazioni di tema nella stesso brano. E non vado pazzo per la voce di Peter Gabriel. Questioni di gusto, certo.
    Sarà che per me, poi, i Pink sono un universo a parte… Pink Floyd per tutta la vita, per quanto mi riguarda. E Waters come autore di testi un Peter Gabriel se lo mangia a colazione…

  5. I rolling stones stanno ai beatles come i gamberoni alla paella, per me. E a me i gamberoni, come gli Stomes del resto, piaccino assai.

  6. Chiaramente con Peter Gabriel…
    Comunque di gnomi parlavano anche i Pink Flyd : vedi The Piper at gates of down…

  7. Ho sentito Magical Mystery Tour rimasterizzato : la differenza rispetto alla versione precedente è notevole.Inoltre c’è anche un mixaggio diverso.
    @Il cacciatorino
    Su The Wall ti posso dare ragione, ma su Animals non ci riesco.Anche lo stesso Waters non ne parla in termini entusiastici.Inoltre è sempre stato sempre sottovalutato David Gilmour.
    Più che I Velvet (inarrivibili quelli dei primi due dischi), suggerirei un accostamento con i Grateful Dead alla Dark Star…

  8. Io invece Animals lo trovo “fighissimo”, anzi “esageraaato”, per dirla con un tizio che ho sentito straparlare ieri a X factor e di cui ho preferito dimenticare subito il nome. E con il mio outing su X Factor ho smesso di parlare seriamente di musica per i prossimi mesi, credo…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *