Raffinatezze

Perché Balotelli non mi piace

La frase è: “Bravo, ma insopportabile”. Che spesso si traduce in: “E’ un talento sprecato”. Mario Balotelli è bravo ma insopportabile e via dicendo.
La sua fragilità nervosa rompe spesso la concentrazione di tutta la squadra. E non bastano i suoi gol a fare da collante.
Ho una smodata ammirazione per i grandi solisti, e lui non lo è. Né grande né solista: troppo volubile, troppo debole nelle intenzioni.
Un campione non si può basare solo sulla prestanza fisica, perché quella gli è stata prestata dalla natura. E Balotelli non ci mette niente di suo, a parte qualche gesto di intolleranza.

Il calcio privato

Pare che la Lega Calcio, l’organismo più resistente all’evoluzione millenaria dopo gli squali, le tartarughe e una rara specie di lepidottero che vive sul versante sudest della seconda discesa a sinistra della prima porzione orientale della Papuasia, abbia deciso di vietare ogni forma di testimonianza umana delle partite, eccezion fatta per Sky, Rai (“Quelli che il calcio”, cioè la trasmissione che meno si occupa di calcio tra le trasmissioni sportive) ed eventuali network milionari.


Ciò significa che tutte le tv private perderebbero trasmissioni di punta, audience e spunti commerciali.
Sono un abbonato Rai, sono anche abbonato a un network privato: insomma pago tutto quello che c’è da pagare per vedere poche ore di tv all’anno. Per il calcio pago qualcosa in più, anche se io vorrei andare allo stadio, ma mia moglie (tifosa pure lei) ha un debole per la tribuna cuscinata del divano di casa.
Però un campionato senza i salottini delle tv private, senza la passione di telecronisti nostrani che farebbero quel mestiere anche gratis, senza il tifo verace che i media blasonati ci negano, senza il sudore vero che è il contrario di quello che appare prima e dopo il superspot, un campionato così io non me lo immagino.
Quella che la Lega calcio ha in mente è una competizione che si allontana, istante dopo istante, dalla gente, dal substrato del tifoso. E’ un modello che è sempre più Balotelli (un giocatore che se ne infischia del pubblico pagante della sua squadra, cioé di chi gli dà lo stipendio) ed è sempre meno Miccoli (uno che sceglie di rimanere in una piccola società pur di mantenere il piccolo scettro di piccolo re, anche a discapito dei guadagni).
La Lega Calcio è l’organo infetto di un Paese malato, dove neanche il divertimento si discosta per un attimo dalla logica del profitto sempre e comunque, dove la monetizzazione parte col primo applauso dell’ultrà borchiato e termina con l’ultimo sorriso di plastica di Simona Ventura.
Se fossi in campo saprei io contro chi scagliare la pallonata definitiva.

Oggetti smarriti

Balotelli si scusa: “Ho perso la testa”.
Non è prevista ricompensa per chi la ritrova.

Mandatelo a lavorare

Senza entrare nel merito della partita, quel che mi resta di Inter-Barcellona è la serena consapevolezza che l’unico calcio di cui Mario Balotelli ha bisogno non è quello che si dà a un pallone.

La faccia e l’orgoglio

Binario
di Daniela Groppuso

Se mi state chiedendo di mettere da parte l’orgoglio, potete dirlo anche a qualcun altro. Non sono così stupido da saltare cinque partite: se avessi dovuto chiedere scusa lo avrei chiesto dopo la prima. Avendo ragione io, non chiedo scusa.

Mario Balotelli- Chiambretti Night, 30 marzo 2010

Mi scuso per la situazione che si è creata negli ultimi tempi. Sono il primo a soffrirne perchè adoro il calcio e vorrei giocare e ora aspetto in silenzio per poter tornare ad essere utile alla mia squadra.

Mario Balotelli – Lettera pubblicata sul sito dell’Inter, 1 aprile 2010