Per le strade di Nizza ho visto un gruppo di quattro ragazzi che ballava meravigliosamente la breakdance. Due di loro erano cinesi.
Poi ho cercato un ristorante francese, tra mille ristoranti italiani. Quando ho creduto di trovarne uno, mi sono seduto e ho chiesto il menù. Solo allora ho scoperto che il proprietario era greco.
Facevano un’ottima paella.
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Oui, je suis Ferruccio de Bortoli
Il Corriere della Sera pubblica oggi una lettera aperta al presidente onorario delle Generali, Bernheim. In francese.
Dalla Russia con valore
La mia amica Mara mi scrive una e-mail: “Aeroporto di Ginevra. Mentre aspetto che arrivi mia madre entro ed esco dai negozi. In uno di questi, la commessa – avrà avuto più o meno la mia età – è al telefono e sta parlando in russo, lingua che, anche se non capisco, amo moltissimo. Mentre fingo di guardare la merce, la ascolto. Finita la telefonata, mi chiede in francese, con un incantevole accento, se ho bisogno di qualcosa. Io le dico che la sua lingua è bellissima e che mi scuso se le ho ascoltata ma che l’ho fatto perchè la sua lingua mi piace. Lei mi risponde che il suo è un russo autentico perchè lei è nata a Mosca e che parla la lingua di Puškin e di Dostoevskij.
Perché in certi paesi la letteratura, la musica e tutte le forme d’arte sono un fatto endemico quasi cromosomico e, se vogliamo, politico?”.
Sto ancora cercando una risposta. Se, per pietà, mi date qualche suggerimento…