@cl.r.:
lingue caraibiche in generale: dalla Martinica a Cuba (libre).
A tal proposito (Cammarata, lingue auliche e monnezza) permettetemi un pensiero poetico:
TANTO OLEZZOSA E TANTO SPORCA PARE
Tanto olezzosa e tanto sporca pare
la città mia quand’ella altrui riceve,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi ingiuriare,
malignamente di lorderia vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cato in terra a munnizza mostrare.
Mostrasi sì morente a chi la mira,
che dà per li occhi una tristezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un fetor grave pien di marciume,
che va dicendo a l’anima: Espira.
Ma allora il Giornale di Sicilia quando scrive a Cammarata che lingua deve usare?
@Muller:
il Martini.
Quello che si parla in Martinica?
cl.r.
Con Cammarata sono inutili tutte le lingue.
Con Cammarata ci vuole naso. E basta.
Con Cammarata suggerirei la lingua di fuori (come Einstein nella famosa foto).
http://splesh.files.wordpress.com/2007/10/einstein_tongue.jpg
@cl.r.:
lingue caraibiche in generale: dalla Martinica a Cuba (libre).
A tal proposito (Cammarata, lingue auliche e monnezza) permettetemi un pensiero poetico:
TANTO OLEZZOSA E TANTO SPORCA PARE
Tanto olezzosa e tanto sporca pare
la città mia quand’ella altrui riceve,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi ingiuriare,
malignamente di lorderia vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cato in terra a munnizza mostrare.
Mostrasi sì morente a chi la mira,
che dà per li occhi una tristezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un fetor grave pien di marciume,
che va dicendo a l’anima: Espira.