Azzeramento

Azzeramento

di Vittorio Pasticcino

Fumate tre sigarette in una stanza e ci sarà puzza di fumo. Fumatene cinquanta e ci sarà tanfo. E il tanfo entra nelle vene in un attimo. Sono qui seduto davanti a un nuovo direttore di un assessorato regionale siciliano che vuole creare il partito del Sud di cui sentivamo il bisogno.
Ha meno anni e molti più soldi di me. Era del partito democratico. Poi è stato di Forza Italia. Adesso è dell’Mpa.
Sono qui dopo cinquanta telefonate. Per un’udienza papale serve molto meno.
In mano ho la bozza di una norma che, se approvata dall’Assemblea regionale alleggerirebbe il carico burocratico di una vasta categoria produttiva. Il tanfo mi abbraccia le corde vocali  e con una voce sempre più rauca dico: “Dal punto di vista tecnico la bozza sembra essere perfetta in quanto realizzata con il contributo del suo predecessore”.
Avessi detto che sua madre era una escort e alleggeriva le pene di qualche uomo politico l’avrei offeso meno. Avessi detto che sua sorella era una escort con il vizio di filmare e fotografare l’attività ludica di qualche uomo politico l’avrei offeso meno.
“Mio caro dottor Pasticcino, lei continua a dire che questa norma è stata fatta dal mio predecessore. Ma lei sbaglia, perché forse lei non ha ancora compreso che tutto ciò che c’era prima è visto come fumo negli occhi da tutti. Vede, mio caro dottor Pasticcino, se lei continua a dire così c’è il rischio che questa norma rimanga una bozza. Non lo dica più la prego. E non perché io abbia qualcosa contro il mio predecessore, persona degna che io stimo molto, ma perché lei deve capire che l’azzeramento è azzeramento”.
Gli stringo la mano ed esco.  Oggi ci sono 40 gradi e spero che il tanfo evapori insieme alla mia voglia di continuare a rimanere una persona civile in una terra che azzera anche le speranze.

Cammarata c’è

La vignetta, pubblicata su la Repubblica Palermo, è di Gianni Allegra
La vignetta, pubblicata su la Repubblica Palermo, è di Gianni Allegra

Leggete attentamente.
Il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha deciso di azzerare la giunta per meglio “portare avanti il progetto di ricostruzione della città”.
Non vi sfuggirà la dirompenza di tale notizia, per vari motivi.
Primo. Cammarata c’è.
Secondo. Cammarata c’è e decide.
Terzo. Cammarata ha appreso al Circolo del tennis che è a capo di una giunta.
Quarto. Cammarata ha letto da qualche parte che una giunta si può azzerare.
Quinto. Cammarata sa chi è Lombardo (questo è nel sottotesto).
Sesto. Cammarata è geloso di Lombardo che smonta e rimonta la giunta regionale come se fosse fatta coi mattoncini Lego.
Settimo. Cammarata ha un progetto.
Ottavo. Cammarata ha un progetto di ricostruzione.
Nono. Cammarata è bravissimo col Lego (questo è desumibile dal punto ottavo, altrimenti non si capirebbe come dovrebbe ricostruire).
Decimo. Cammarata abita in una costruzione antisismica, sennò sentirebbe come trema la terra dopo certi suoi annunci.

Il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha anche detto: “Non intendo galleggiare in questi tre anni, da qui alla fine del mio mandato”.
Notizia iper-dirompente, per vari motivi.
Dal punto primo al punto decimo. Cammarata dà una svolta epocale, un reale segno di discontinuità: ha galleggiato per così tanti anni che gli è venuta la noia.