Partito dell’odio, ex ante

Volevo scrivere un post sulla libertà d’espressione, sull’articolo 21 della Costituzione, sulla censura, sulla democrazia minacciata, sulla mania di grandezza degli uomini che grandi non saranno mai, sulla freschezza della cultura, sulla vetustà dei diktat, sui telefoni dei potenti, sui telecomandi dei comuni mortali, sull’importanza della storia, sulla vacuità delle promesse spacciate per futuro certo, sulla tv di Bernabei, sul canone, sulle canaglie, sui cani da guardia, su chi dice e ripete “ex ante”, sulla noia del partito d’opposizione, sull’aridità desertica delle idee imposte dall’alto, sulla banda larga, sulla Banda Bassotti, sulla bandana, su Bondi, sulla codardia degli intellettuali, sulla narcolessia di Napolitano, sulla differenza tra una prostituta e un giornalista, sull’improvvisa utilità dell’Assostampa, su Danilo Dolci, sul modello Cina per internet e non solo, su chi critica e non si sbraccia, su chi si sbraccia e non può criticare, sulla Rai, su Raiperunanotte…
Però poi ho letto questa frase di Antonio Gramsci e ho capito qual è il vero “partito dell’odio” al quale bisogna iscriversi.

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

Grazie a Mara Marino.

Confini

Un estratto dalla rubrica mensile su I love Sicilia:

A Ustica, in vacanza, ho vissuto in una casa che sta all’angolo tra via Calvario e via Confusione. A parte la sensazione di vivere una condizione toponomastica inquietante (per fortuna la via Calvario non incrocia un vicolo Golgota) mi è venuta la curiosità di andare a censire le altre strade dell’isola. Ho trovato così via Croce, via Corta (abbastanza corta), via Marina, via Cristoforo Colombo (in un’isola ci vuole) e l’immancabile via Umberto I. Non so se si sia mai riunita la commissione toponomastica del Comune, so per certo che l’indolenza è aggiuntata in seduta permanente. Ustica è un’isola in cui le strade hanno nomi qualunque a dispetto dei personaggi non qualunque che quelle strade hanno percorso. Antonio Gramsci, ad esempio, vi trascorse il confino: non ha una via. In compenso c’è via Confini (per lui e per tutti gli altri).