Privilegi, promesse e gattini ciechi

soldi pubblici

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Sappiamo tutti che la fretta è cattiva consigliera, ma all’Ars lo sanno meglio di noi. Perché con la premura non si risolve un bel niente e anzi muovendosi con troppa rapidità si rischia di fare danni. Soprattutto quando si tratta di soldi.
Fresco di elezione, il governatore Rosario Crocetta aveva posizionato la ciliegina sulla torta delle promesse davanti alle telecamere di Servizio Pubblico: “Voglio dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Diranno di no? Allora ce ne andiamo tutti a casa”. E dato che una ciliegia tira l’altra, aveva aggiunto: “Mi dimetto se fra tre mesi si continuerà a parlare sempre degli stessi sprechi”.
Era il primo novembre 2012, giorno di Ognissanti. Oggi, dieci mesi dopo, gli stipendi dei parlamentari sono sempre gli stessi e anzi è stato appena sancito il record degli assessori regionali che guadagnano più dei ministri del governo nazionale. Un sorpasso che, a dire il vero, non si verifica per la prima volta: era già accaduto nel gennaio del 2007, per effetto della mancata applicazione in Sicilia del taglio dei compensi previsti dalla Finanziaria per deputati e senatori.
Il fattore tempo è fondamentale. Ogni volta che c’è da recepire una norma nazionale in tema di onorevoli stipendi, scatta l’onorevole pausa di riflessione che dilata i processi di reazione perché non è che si può vivere col fiato di Roma sul collo. Ci vuole calma.
Nel frattempo le buste paga restano intoccate, ma questo è un dettaglio da malevoli. Che c’è di strano se da gennaio Crocetta e suoi crociati non affrontano la questione dei costi della giunta rimandando all’Ars che deve ancora approvare una norma per consentire alla Sicilia di adeguarsi ai tagli imposti dal decreto Monti? In tutta Italia hanno già risolto la questione, decurtandosi gli stipendi, ma qui ci devono pensare su: la gatta frettolosa fa i gattini ciechi e il proverbio ben s’attaglia, dato che il costo della vita di un parlamentare siciliano parrebbe moltiplicato per sette.
La questione è delicata, mica dalle nostre parti si può recepire e basta, senza far valere le ragioni della santissima Autonomia. Ci vuole un trust di cervelli, come minimo una commissione apposita. E commissione sia, con tanto di presidente specializzato, Antonello Cracolici, deputato pd, laureato in Economia e management: l’uomo giusto nel tormento giusto. Lui e il suo team, il lavoro l’hanno fatto, un bel disegnino di legge da presentare a Sala d’Ercole non appena saranno finite le vacanze. Non c’è fretta. Anche se, per aggiungere un altro dettaglio da malevoli, andrebbe ricordato che la spending review non è roba da passato remoto ma da indicativo presente. (…)
A Sala d’Ercole il tempo non è denaro, ma il denaro ha sempre la meglio. Così, non deve stupire se negli annali della politica siciliana rimarrà l’inusitato colpo di reni grazie al quale, nel 2008, dopo lo scioglimento anticipato dell’Assemblea per le dimissioni di Salvatore Cuffaro, si reperì in un fiat una paccata di milioni di euro per pagare le liquidazioni a 41 deputati non rieletti. Senza commissioni ad hoc, senza pause di riflessione, in uno strazio di gattini ciechi, tutti lì a testa bassa e a pedalare. Ma anche questo è un dettaglio da malevoli.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Privilegi, promesse e gattini ciechi”

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