Dalla Mondello libera a quella dimenticata

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Foto di Daniela Groppuso

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

C’è un inscalfibile luogo comune che grava sui destini della spiaggia di Mondello, ed è questo: togliere le cabine e abolire le aree attrezzate (a pagamento) farebbe solo bene al lido. Quest’opinione liquida, che si diffonde generalmente in vista della bella stagione, ha un suo fondamento nell’ovvietà: una spiaggia libera è universalmente più bella di una spiaggia inscatolata in legni e cancelli. E ha anche una sua ragione esoterico-popolare: la società Mondello Immobiliare Italo Belga, che ha in concessione quei benedetti chilometri di sabbia, è vista dal palermitano medio come un’ombra indefinita che da più di un secolo si muove su asciugamani e ombrelloni, un fantasma della battigia, un nemico di cui neanche la nazionalità è certa.
Certo, è difficile provare simpatia per chi dà il mare a pagamento, togliendo cioè il senso di libertà alla spiaggia che è, per eccellenza, il luogo della libertà. Ma qui di ragione si discetta, mica di sentimenti. E la ragione impone domande per non intossicarsi di aria fritta.
Che fine farebbe il lido di Mondello senza concessione ai privati?
I palermitani saprebbero tenerlo pulito?
Quali sarebbero le garanzie per quest’immenso, meraviglioso spazio libero?
Nell’attesa che a qualcuno vengano in mente risposte articolate, c’è un suggerimento semplice e immediato che viene dalla zona opposta del litorale palermitano, quella del lungomare di Roccella-Acqua dei Corsari. Lì la costa è libera, senza paletti italo-belgi, tutta in mano ai palermitani: e il risultato è da terzo mondo.
E’ bene chiarire che in quest’ambito, il privato e il pubblico non sono due facce della stessa medaglia, ma due medaglie diverse. Cioè l’alternativa a una Mondello per così dire liberata, non è una spiaggia lasciata al suo destino, bensì una Mondello gestita in modo più oculato: che a occuparsene sia una società o un ente è un dettaglio. La spiaggia, che sia libera o meno, va difesa strenuamente da quegli incivili che negli anni l’hanno riempita di rifiuti e che oggi chiedono soltanto di poter continuare a deturparla gratuitamente.
Mondello col suo mare, coi suoi turisti, col suo potenziale economico e persino col suo cemento merita più attenzione da parte di tutti, in primis degli amministratori che ne hanno fatto, negli anni, un terreno di sperimentazione antropologica. Dal poliparo in baracca al venditore di paccottiglia su marciapiede (abusivi entrambi), dall’automobilista selvaggio al pedone forzato (scontenti entrambi): in un turbine di delibere, progetti, annunci, rinvii, inaugurazioni, varianti e promesse, il piccolo borgo ne ha viste di tutti i colori divenendo incolore. Esemplare, a questo proposito, è l’ennesimo rinvio per la pedonalizzazione di una parte della borgata. Secondo il Comune, che pure aveva manifestato l’intenzione di chiudere alle auto, mancano le infrastrutture necessarie per attuare il progetto. Ma come, mancano all’improvviso? E chi dovrebbe autorizzarle quelle infrastrutture? Il Comune stesso che si mette così nella grottesca posizione di chi decide di non decidere per assenza di decisione precedente.(…)

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Dalla Mondello libera a quella dimenticata”

  1. Concordo pienamente che la spiaggia inscatolata è deprimente ma ancor più deprimente sarebbe vederla piena di cartacce e bottiglie. Io se chiudo gli occhi la immagino con tratti di spiaggia gestita con soli ombrelloni in paglia e altri, per chi pensa che l’ombra sia un elemento di disturbo, liberi di alcun chè ma con a disposizione docce e raccogli rifiuti….ma soprattutto la vedo con un bel viale alberato e fiorito senza più passeggiate camel trophy nella polvere bianca.

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