Due anni fa scrivevamo in queste pagine della vicenda Amia e del senatore Enzo Galioto. Oggi questo signore è stato condannato per falso in bilancio e false comunicazioni sociali e se la farà franca perché come avevamo previsto, sempre due anni fa, colui il quale doveva denunciarlo come parte lesa era un suo compare di partito e, peggio ancora, era anche colui che lo aveva piazzato in quel posto chiave. Quindi niente denuncia e vai con la prescrizione.
Il dramma è che un tempo cresceva l’indignazione, oggi sale solo la noia.
galioto è salvo non per “colpa” di cammarata, ma per “merito” di cammarata. Lo stesso merito che il nostro sindaco ha acquisito nel corso della sua amministrazione fatta di omissioni continue, per la sua pervicacia nel “non fare”, per la sua progettualità del nulla: manco guidava sua imbarcazione, se la faceva condurre dal factotum pagato dal comune, manco firmare una delibera contro lo smog! (notate il tutto minuscolo, come piccolo, insignificante è stato il “non fare” di quest’uomo).
Più che di “non fare”, parlerei di “dis-fare”.
Racconto l’ultima di cui sono a conoscenza: il comune non rinnova la convenzione con i Sicaliani, che gestivano una ludoteca pubblica (aperta al pubblico) a Villa Garibaldi (piazza Marina).
Negli stessi giorni, viene inaugurata nei pressi una ludoteca privata (a pagamento) ed il sindaco interviene all’inaugurazione.
Dunque, un servizio sociale viene rimpiazzato da un servizio solo per chi può.
Vorrei tanto che qualcuno mi dicesse che si tratta di coincidenze.