Ieri sera la puntata di Report dedicata agli appalti di Sicilia l’ho affrontata con un pregiudizio: è noioso ascoltare per la millesima volta una storia che si conosce a memoria. Invece mi sono sorpreso a incrociare la strada di alcuni dei personaggi tipici della mia terra: il rampollo di una famiglia mafiosa che gestisce l’impresa dei suoi avi con la disinvoltura arrogante di un boss col lasciapassare; l’ingegnere pigliatutto, amico del potente che tutto spartisce; il presidente che finge di sapere non sapendo; il bugiardone istituzionale che non ha più una faccia di riserva; l’indolente che si finge coraggioso nell’anonimato.
Il comune denominatore di tutte le anime di questa galleria è l’arroganza. La stessa arroganza che è simbolo di un governo, di un partito, di una scellerata filosofia istituzionale. In questo Paese se qualcosa non piace al premier, quel qualcosa non si mette in discussione: si sradica, si estingue. Il gusto e la convenienza personali assurgono sempre al rango di legge, non c’è mai uno spazio riservato alla pubblica discussione.
Il caso delle trasmissioni televisive non gradite al sommo capo, e per questo chiuse, rimarrà emblematico.
In qualsiasi altra parte del mondo civile, il dissenso è garantito se non si vuol finire nella black list delle dittature. L’Italia è l’unico posto in cui un governo autoritario gode di uno sconsiderato consenso elettorale: come se le vittime facessero il tifo per il proprio plotone d’esecuzione. Perché? Prendetemi a pietrate, ma io non ho trovato spiegazioni che vadano oltre l’ignoranza profonda.
Gery, io credo ci sia anche una componente psicopatologica: il masochismo fisiologico si è incarognito e sclerotizzato. Servirebbero severe cure psichiatiche.
Il problema è che, a proposito di Berlusconi e delle trasmissioni che ha fatto chiudere, tutti stanno ancora a chiedersi quale sarebbe il reato. E magari siccome non esiste il reato di demolizione della dignità e del decoro ci si volta dall’altra parte e lo si lascia fare.
La componente psicopatologica di cui parli, Gianni, non la definirei “soltanto” masochistica. Questo masochismo, a mio parere, è accompagnato da una forte componente di “servilismo”. Anche nel linguaggio comune si usano, ancora oggi, frasi come “servo suo” o “a disposizione”, Nel caso nostro IL Servo non si comporta come nel film di Losey. Non tende a sostituire il padrone ma , masochisticamente, gode della sua condizione di servo, come Arlecchino, servo furbo ma sciocco che si limita a dileggiare il padrone ma non a destituirlo.
Sono d’accordo con Gery, è ignoranza.
Tra l’altro, spesso, si è ignoranti anche per scelta. Si preferisce ignorare, per giustificare e normalizzare una propria visione distorta dell’ordine del mondo e delle cose.
La situazione la riassumerei come “squallida”: un misto di ignoranza, qualunquismo, pigrizia mentale (la migliore ancella di un’informazione distorta) mancanza di senso del futuro e di senso della collettività, letargo alimentato da miti sempreverdi del consumismo e della scalata sociale (se non la si può fare la si subisce e la si sogna, vedendola riflessa in altri). In parole povere, lo sterco di cui è impastata la cosiddetta “maggioranza” silenziosa italiana da decenni a questa parte. Che ne sanno, costoro, di libertà di stampa, bavagli al contraddittorio, fumo negli occhi e ingerenze del potere ovunque? Nulla: è dimostrato dai fatti e dal consenso. Vedono sono i nemici di cui hanno imparato a farfugliare, imboccati come i cani: la magistratura, la sinistra invidiosa, Santoro e Travaglio faziosi, gli immigrati pericolo per la nazione… insomma, ciarpame minzoliniano e da studio aperto. La cosa sconfortante è che non sono solo giovani quelli che vedono Berlusconi e il berlusconismo come il il migliore dei mondi possibili. Si vedono certe cariatidi, intervistate sbavano per questo individuo. Anziani ignoranti e privi di memoria (20 anni di fascismo sembrano roba di secoli fa) che non hanno nulla da invidiare, in nullità, a certi ragazzotti neofascisti colti dalle telecamere in certi oscuri pub da Napoli in su. Ho il conato perenne, sono stufo. Che finisca presto, e, soprattutto, non troppo tardi.
scusate, nella foga è venuto fuori un discorso un po’ sghembo. Ma la sostanza è quella.
Non si preoccupi Maestro Cacciatorino.
Sa bene, Noi teniamo alla Sostanza più che alla Forma.
Cribbio!!!
Non credo che durerá poco… Nel seguito Berlusconiano vedo tanta rivincita dei falliti. Chi vota Berlusconi? Non – scusate il termine – chi si fa il mazzo d’abitudine ma chi aspira ad una riuscita rapida, senza troppo sforzo, coloro i quali cercano la scappatoia, l’aggancio, il Deus Ex Machina che possa ribaltare la situazione da cui – con le proprie forze – sanno intimamente che non ce la faranno mai.
Il voto medio per Berlusconi sembra che venga da quella grande maggioranza di gente che si ritiene sfortunata, che definisce “culo” la riuscita di chi si é fatto in 36 per andare avanti, che in fondo – con altra memoria storica – cerca Baffone che lo riscatti.
Ed in fondo, che uno cosí possa essere Primo Ministro da loro ragione. Anche loro ridacchiano alle barzellette sulle ragazze Albanesi, sbavano sulle veline e sporcano la tastiera dopo avere trovato il Ministro C nuda in passate memorie.
Reality check: quanti Italiani sono cosí e quanti al contrario si rimboccano le maniche, storcono il naso ai compromessi, preferiscono sentirsi “bravi” invece che “furbi”. Se il vostro conto é simile al mio… allora non fateci troppo conto che l’era Berlusconi sia alla fine. Anche a sinistra son molti quelli che – allo specchio – vorrebbero vedere un ‘furbo’.
Scusate il pessimismo ma da fuori si vede proprio cosí… :-}
Quoto Massimo.
A volte mi chiedo se sia peggio una maggioranza ignorante (concordo sul’interpretazione di Gery) o una minoranza illusa che vota per politici accondiscendenti.
Perché non illudiamoci, abbiamo avuto sin troppe dimostrazioni di mancanza di volontà di contrapporsi (più o meno) efficacemente al regime attuale; ci sono state troppe occasioni in cui avrebbero potuto almeno tentare di salvare la faccia della sinistra partecipando al voto secondo quello che la loro convinzione politica dettava ma anche, e soprattutto, la loro coscienza. Ma non l’hanno fatto.
A poco servono i discorsi di piazza, se poi al momento del voto in aula ci si assenta.
In ogni caso è tutto molto triste.
Potrebbe esserci una terza via: una minoranza disperata, che non sa più a che Santo(ro) votarsi.