Privilegi da spiaggia

Il quesito è palermitano, ma forse non troppo. Sulla spiaggia di Mondello, e immagino su altre spiagge italiane, si sta preparando anche quest’anno l’ampio settore riservato agli ufficiali. Graduati delle forze militari e famiglia hanno a disposizione una fetta di spiaggia, con cabina, bar, sdraio e aree riservate, sulla battigia demaniale (cioè di tutti). Non so per quale diritto, statuto o promessa un ristretto gruppo di dipendenti pubblici debba avere un trattamento di favore rispetto ad altri dipendenti (pubblici o privati), però mi meraviglia il fatto che nessuno abbia ancora affrontato l’argomento e che io mi sia posto il problema solo adesso.
Gli insegnanti, i cancellieri, gli impiegati pubblici e tutti gli altri statali potrebbero improvvisamente farsi prendere da una crisi di gelosia e chiedere una fetta di spiaggia, con ombrellone e secchiello, tutta per loro. E non avrebbero difficoltà a ottenerla: in Italia il modo migliore per combattere certi privilegi è imporli a chi li reclama.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

8 commenti su “Privilegi da spiaggia”

  1. Sulla questione spiaggia di mondello, si continua a recintare e costruire
    di tutto e non sono castelli di sabbia, purtroppo!

  2. Come a Palermo ci sono troppe macchine e troppo grandi per le strade che abbiamo, così a Mondello ci sono troppe cabine e ammennicoli vari rispetto ai mq di spiaggia pro capite bagnantis (esisterà?). Una volta c’erano i lidi riservati a forze dell’ordine, militari e simili. Ora che fa? Mettiamo tutti a Mondello. A margine: l’ultima volta che sono andato a farmi il bagno in quel lido sarà stato nei dorati anni ’80. Poi basta, e vi dico subito perché. Ho il ricordo di un ingresso a pagamento (1500 lire, mi pare) che ti dava diritto a stravaccarti della zona non occupata da cabine. Si parlava di battigia. Ogni giorno la battigia diventava inspiegabilmente più stretta. Alla fine mi sono ritrovato a prendere il sole sull’asciugamano zuppo, con i piedi a mollo nel bagnasciuga, e un via vai di gente che mi diceva “permesso?” e mi faceva spostare per passare appena riuscivo a chiudere gli occhi. Una volta ho provato a ripararmi, sgocciolante e disidratato come un naufrago, sotto la pensilina di una cabina vuota. Sono stato ripreso dalla vicina di baracca dell’affittuario assente, redarguito da una specie di gorilla in canottiera e costretto quasi alla fuga a male parole. Il lido divenne per me la quintessenza del palermitanismo paranoide. Mancavano le garitte private e i fucili a canne mozze. E pensai: se c’è gente che non riesce a rilassarsi nemmeno a mare, io non sarò tra questi. Da allora per me Mondello è esclusivamente “mare d’inverno”, a metà settimana e solo di sera.

  3. All’avventura del lido anni ’80, aggiungo che se uscivi a farti la doccia (esterna, un millilitro orario d’acqua per persone di normale corporatura) dovevi ripresentare il “pizzino” d’ingresso al ritorno, pena lo sbarramento all’ingresso. Hai voglia a dire: ho le mie cose sulla battigia e te lo dimostro. Quindi: doccia con braccio fuori dal getto (getto?) e ben attenti a non bagnare o perdere il biglietto.

  4. E che dire dell Addaura, che ha visto nascere club e clubini in forza di concessioni che di fatto privatizzano l’accesso al mare .
    Perche’ nessuno ne parla? Vorrei sapere almeno a quanto ammonta il canone di ogni singola concessione visto che la zona ha quotazioni miliardarie…

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